«Non è colpa tua, perdonami»: le ultime parole di Vincenzo Arbore, scritte alla madre prima di compiere il folle gesto. Non è riuscito a “sopportare” la vita nella comunità di recupero di Villa di Briano
Il giovane Vincenzo Arborea, 16 anni, si è tolto la vita nel bagno della comunità per minori Cento Passi di Villa di Briano. Accanto al corpo esanime, sospeso a mezz’aria a seguito di impiccagione, un foglio indirizzato alla madre in cui tenta di “giustificare” il gesto. «Mamma, perdonami» ha scritto il ragazzo, «ma in comunità non ci volevo stare». La grafia è incerta e le parole, dure e impossibili da “digerire”, hanno letteralmente scosso la comunità di recupero dove il giovane era finito per rapina aggravata. Una soluzione, quella della comunità per minori, che avrebbe dovuto salvarlo dal carcere.
LEGGI ANCHE -> Tragedia a Cinto Euganeo: il suicidio di Omar a soli 41 anni
Domenica scorsa Vincenzo Arbore è scappato da Villa di Briano ed è fuggito al Piano Napoli di Boscoreale. «Non ci torno in comunità», ha detto a casa alla mamma. Ma la donna, ignara della reale sofferenza del figlio, lo ha riaccompagnato a Villa di Briano credendo di fare il suo bene. Ma non è stato così: il ragazzo si è suicidato con la cintura di un accappatoio. Il 27 novembre Vincenzo era finito Cento Passi su ordine del tribunale dei minori per aver commesso furti e rapine a Scafati e Pompei, in concorso con altri adolescenti. Nonostante la pena risultasse “semplificata” rispetto al carcere minorile che lo avrebbe dovuto accogliere per i reati commessi, il ragazzo non è riuscito a metabolizzare l’accaduto.
LEGGI ANCHE -> Viviana Parisi, la svolta della Procura: Sappiamo perché è morta
Un destino tragico per una famiglia già più volte sferzata da eventi funesti. La mamma del 16enne, incensurata, si è presa cura da sola di Vincenzo e del fratello dopo aver perso marito e figlia. Riportarlo a Villa di Briano, per lei, significava dargli un’altra occasione: una chiave di volta per allontanare il figlio da un mondo dominato troppo spesso da degrado e violenza. Ma Vincenzo non la vedeva così e a soccorsi sopraggiunti, era già morto per asfissia. Gli accertamenti della Procura di Napoli Nord e la perizia medico legale non hanno fatto emergere elementi che mettano in discussione la tesi del suicidio.