Dichiarazioni inedite a Mattino Cinque sul complesso caso di Alessandro Venturelli e Stefano Barilli. Mentre l’ipotesi della scomparsa a causa della psico-setta si fa sempre più plausibile, l’accorato appello di papà Roberto commuove i telespettatori
È stato ricapitolato oggi, a Mattino Cinque, il complesso caso dei due ragazzi scomparsi misteriosamente il 5 dicembre a Sassuolo e l’8 febbraio a Piacenza. Stiamo parlando di Alessandro Venturelli e Stefano Barilli, rispettivamente 21 e 23 anni. Due giovani apparentemente comuni, che non si conoscevano ma che fantasticavano similmente di fuggire da una realtà provinciale che ad entrambi risultava «un po’ stretta». Durante la puntata odierna, i conduttori Federica Panicucci e Francesco Vecchi hanno ricapitolato la loro storia, confrontandosi con due importanti ospiti in studio: il padre di Alessandro, Roberto, e il cugino Riccardo. Anche le loro dichiarazioni suffragherebbero l’ipotesi che da tempo aleggia nell’aria: la probabile appartenenza dei ragazzi ad una psico-setta.
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L’ipotesi che Alessandro Venturelli e Stefano Barilli possano essere stati “arruolati” da una psico-setta e si siano spostati da Lugano a Zurigo diventata sempre più probabile. A confermarla diversi indizi, presentati nel corso della puntata odierna di Mattino Cinque. Innanzitutto l’emersione di una fotografia che, quasi certamente, ritrae i due ragazzi alla stazione Centrale di Milano con un look «non da loro» (entrambi hanno un cappotto scuro, come se indossassero una divisa). Poi, le “prassi” simili confermate a Piacenza sabato scorso dalle madri Natascia Barilli e Roberta Carassai: cellulare privo di scheda e hard disk per non risalire ai contatti, assenza di effetti essenziali (patente, carte di credito e addirittura biancheria).
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Infine, le dichiarazioni e testimonianze di parenti e amici su presunti e inquietanti «cambiamenti comportamentali». Il cugino Riccardo, durante il rotocalco odierno, ha ricordato uno degli ultimi momenti trascorsi con il cugino Alessandro. «Lo vidi pensieroso sul divano e mi avvicinai chiedendogli se stesse bene. Mi rispose evasivo: “So di non poterlo fare, ma ne uscirò“». Federica Panicucci conclude lo speciale con la richiesta di un appello al padre di Alessandro. Roberto, in preda alle disperazione, non si risparmia. «Ale, sei sempre stato forte e nessuno ti giudica. Facci solo sapere se stai bene: abbiamo bisogno di un tuo feedback. Sono tre mesi che viviamo nell’angoscia».