All’udienza a distanza per un caso di violenza domestica si scopre che il carnefice è in casa con la vittima. Siamo negli Stati Uniti
Siamo negli Stati Uniti di America, nello Stato del Michigan.
Come in Italia, anche negli Stati Uniti il fenomeno della violenza sulle donne è davvero molto diffuso.
E, come nel nostro Paese, anche oltreoceano nella maggior parte dei casi l’aggressore è da rintracciare all’interno della propria casa o della propria cerchia di relazioni.
Chi fa del male, nella maggior parte dei casi, è chi dice di amarci, spesso di “amarci troppo“.
Un marito, un compagno, un partner: non soltanto gli ex.
Le vittime, sempre più vulnerabili, si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto del proprio aggressore, spesso in un vortice, uguale e continuo, che le logora.
In psicologia è stata definita “spirale della violenza“: da un’iniziale crescita di tensione si arriva all’esplosione della violenza dopo la quale arriva la cosiddetta fase di latenza o luna di miele, in cui l’aggressore cerca di mostrare una sorta di pentimento. La quarta fase, quella conclusiva prima di riprendere il ciclo, è generalmente lo scarico di responsabilità sulla vittima, che diventa vittima due volte.
Non solo fisica, questa violenza è anche, se non soprattutto, psicologica. Lo stiamo vedendo in questi giorni con l’udienza in Michigan che vede una vittima sottomessa al suo aggressore persino davanti al giudice.
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Il video è diventato virale in America, tanto da arrivare fino a qui.
In periodo di pandemia, lo sappiamo bene, qualsiasi evento è diventato automaticamente telematico, anche le udienze.
Proprio un’udienza, infatti, si stava svolgendo su Zoom alla presenza del giudice, dei testimoni e degli avvocati.
Proprio l’avvocata della vittima di violenza, l’avvocata Deborah Davis, poco dopo l’inizio dell’udienza si è resa conto che la sua assistita era piuttosto tesa.
Con un’intuizione ha subito avvertito il giudice che pensava che l’aggressore si potesse trovare nello stesso appartamento della vittima.
Mentre il giudice effettuava un primo controllo degli indirizzi e chiedeva, invano, all’aggressore che era connesso da cellulare di uscire e andare a mostrare il numero civico di dove si trovava, un poliziotto presente all’udienza ha allertato una volante che si trovava nei paraggi.
La connessione alla chiamata cade per entrambi per alcuni minuti, poi la terrificante rivelazione: è il carnefice a parlare e a dire che i due, lui e la vittima, non vogliono stare separati.
Il giudice gli ha consigliato di non parlare e gli ha revocato la sua libertà su cauzione, ottenuta purché stesse lontano dalla compagna.
“Anche se avesse 10 milioni di dollari, non le concederei la libertà su cauzione” afferma il giudice prima di dichiarare l’udienza sospesa.
Per il video integrale dell’udienza americana, puoi fare click qui