L’attrice Monica Bellucci si confessa ai microfoni di Repubblica, parla di catcalling, di lavoro e di come siano cambiate le sue priorità dopo essere diventata mamma
Ha 55 anni Monica Bellucci ma è ancora una delle donne più belle e ammirate al mondo. Decine i ruoli interpretati in trent’anni di carriera, quello di madre però confessa ai microfoni di Repubblica, è quello che le piace di più finora.
“Le mie due figlie, Deva, di 16 anni e mezzo, e Léonie, 11, hanno cambiato l’ordine delle mie priorità. La passione per il lavoro e l’entusiasmo sono rimasti invariati però noto un certo distacco salutare: penso a loro e meno a me”. Spiega che lei non è più al centro di tutto il suo mondo ma ora ha un altro scopo superiore, ovvero proteggere le figlie.
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Le chiedono cosa pensa del connubio maternità e diventare donna matura, lei spiega che non esiste una regola precisa e ognuno la vive a proprio modo: “Sopporto ancora le mie rughe ma non condanno i ritocchi estetici se sono ben fatti e ti fanno sentire meglio. È una scelta molto personale e oggi ci sono tante gradazioni possibili”.
La vedremo presto al cinema con il nuovo film “La befana vien di notte” di Paola Randi e girato in questi giorni a Roma. Come possiamo intuire non si tratta certo di un personaggio giovane ma Monica non si preoccupa: “L’esperienza acquisita e una fisicità diversa mi consentono di vestire i panni di personaggi che prima non mi avrebbero mai proposto“.
Arriva poi la domanda scomoda alla Bellucci. Il movimento femminista MeToo contro le molestie sessuali e la violenza sulle donne diffuso in modo virale a partire dall’ottobre 2017 continua a scuotere gli animi anche dopo le recenti segnalazioni di catcalling da parte di molte donne famose sui social.
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Stiamo andando verso un eccesso di politically correct? Le chiedono. “Bisogna sempre saper distinguere tra un complimento e un’aggressione. Ciò malgrado questa strada va percorsa fino in fondo“. L’attrice spiega anche di aver sempre insegnato anche alle sue figlie quanto sia importante assecondare le proprie passioni sempre a testa alta senza mai rimpianti guardandosi indietro.
“C’è una rivoluzione sociale in atto e la transizione è difficile, però ognuno può imparare a esprimere parte della propria personalità fino ad ora inesplorata. Da soli o insieme“. Per lei la parità di genere è possibile solo se si inizia a collaborare per il bene comune della collettività.