Intrighi e veleni a corte, si sa, non mancano mai: ma quello che è successo con Michael di Kent sfiora il romanzo.
Non c’è pace per la Regina. Dopo le controversie legate ad Harry e Meghan, dopo il dolore per la perdita del Principe Filippo, il compagno di una vita, arriva un altro scandalo a gettare ombre sulla famiglia reale.
Stavolta è il turno di Michael di Kent. Il cugino della Regina ha dato scandalo millantando di poter intercedere con Elisabetta per permettere ad alcuni “imprenditori” russi di entrare nel mercato britannico, anche in un periodo di freddezza diplomatica come questo. In cambio di parecchi soldi, ovviamente.
Peccato che gli “imprenditori” fossero dei giornalisti sotto copertura che hanno registrato l’incontro e dato pubblicità alle velleità del Principe.
Andiamo per gradi, perché la storia sembra quasi un racconto di 007. I giornalisti autori dello scoop si sono spacciati per portavoce di una azienda sudcoreana, la House of Haedong, che commercia in oro e vorrebbe entrare sul mercato russo.
Dopo aver richiesto a Michael una videoriunione sulla piattaforma Zoom, hanno avviato la registrazione dell’incontro.
Il Principe, in collegamento dal suo appartamento di Kensington Palace, era insieme all’amico e socio Marchese di Reading, che l’ha presentato come “l’ambasciatore non ufficiale di Sua Maestà in Russia”.
Quindi il Principe ha avanzato la sua richiesta: 10mila sterline al giorno, oltre 11mila euro, per i suoi servigi di “mediatore”.
Inutile dire che l’eco della notizia ha dato scandalo ed imbarazzato i Windsor.
Anche se l’anziano Michael, ormai 78enne, non è un membro attivo della Royal Family e non riceve per questo motivo alcuno stipendi, è pur sempre un Principe nonché cugino di primo grado di Sua Maestà.
Inoltre, sapere che un uomo che si guadagna da vivere facendo il “consulente” utilizza con tanta disinvoltura il proprio titolo nobiliare e millanta tali poteri ed influenze ha infastidito l’opinione pubblica.
Il Principe si è affrettato a negare tutto. Il portavoce ha emanato un comunicato stampa in cui si legge anzi:
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“Com’è prassi, il segretario privato del principe Michael ha chiarito ai rappresentanti della società durante le loro conversazioni che nulla può procedere senza il consenso dell’ambasciata britannica e l’aiuto della Camera di commercio russo-britannica, di cui il principe Michael è promotore”
Di sicuro, si tratta di altra benzina sul fuoco in un momento in cui i rapporti tra Russia e Gran Bretagna non sono idilliaci.
La colpa è soprattutto dei casi di avvelenamento dei presunti doppiogiochisti Litvinenko e Skripal.
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I due sono stati vittima, secondo l’intelligence britannica, dei servizi russi, e questo ha ridotto ai minimi termini le relazioni tra i due Stati.