Ritorno al Futuro, quel che non sappiamo: Michael J. Fox stava morendo

Amata da grandi e piccini, la saga di “Ritorno al Futuro” da decenni riscuote consensi e resta sempre attuali. Quanti aneddoti sconosciuti.

“Ritorno al Futuro” è uno dei grandi classici della cinematografia moderna. La trilogia con protagonisti Michael J. Fox e Christopher Lloyd – interpreti rispettivamente di Marty McFly e di “Doc” Emmett Brown – viene proposta ciclicamente in televisione.

Ritorno al Futuro Christopher Lloyd e Michael J. Fox
Ritorno al Futuro Christopher Lloyd e Michael J. Fox Foto dal web

Non mancano gli episodi di maratone con tutti e tre gli episodi trasmessi in serie e non bisogna dimenticare anche la oggi misconosciuta serie animata andata in onda nel corso degli anni ’90.

E “Ritorno al Futuro”, capolavoro diretto da Robert Zemeckis – regista pure di “Chi ha incastrato Roger Rabbit” – ha trovato un suo simbolo nella celeberrima DeLorean DMC-12. Un’auto che, dopo l’uscita del primo episodio avvenuta il 3 luglio 1985 nei cinema di tutto il mondo, è diventata popolarissima.

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Dell’intera trilogia ci sono tanti aneddoti che possono essere narrati. Ad esempio di come sia nata l’idea di fare il film. Tutto era nato da un ritrovamento fatto da Bob Gale, co-sceneggiatore assieme allo stesso Zemekis della storia, che disse di avere tratto spunto dal diario di suo padre trovato per caso in soffitta.

Ritorno al Futuro, quella volta in cui Michael J. Fox ci stava lasciando la pelle

Ma non è tutto. Michael J. Fox ad esempio stava rischiando di restare soffocato durante le riprese e finì con lo svenire. Zemeckis fu il primo ad accorgersene. L’attore ne parlò nella sua autobiografia specificando come il regista fosse un suo ammiratore.

 

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“Ma capì che non stavo fingendo, non mi riteneva bravo fino a quel punto”, scherzò l’amatissimo interprete di Marty McFly, affetto purtroppo da anni da morbo di Parkinson. Dopo il primo episodio poi lui stesso si accorse che ci sarebbe stato un seguito dopo aver guardato il film in videocassetta.

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Nei titoli di coda apparve la inequivocabile scritta “To be continued”. Ed allertò il suo manager per prendere parte anche ai seguiti. Per finire, la DeLorean non sarebbe dovuta essere un’automobile in origine, bensì un frigorifero.

Questo per impedire che i più giovani si facessero spingere da uno spirito di emulazione e giocassero con il frigo di casa. E per finire, come capita soltanto alle serie migliori, anche in “Back to the Future” sono presenti delle vere e proprie predizioni, come gli occhiali della realtà virtuale, il concetto di videochiamata e molto altro.

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