Linciato dopo il sospetto di abuso contro un minore: la folla costringe l’uomo in un cassonetto per ore, poi il ricovero in ospedale e la conferma del macabro retroscena.
La folla ieri a Scampia, quartiere dell’area nord di Napoli, si è scagliata inferocita contro un uomo accusato di aver “abusato di un minore”, un nipote per la precisione.
Questo quanto riferito da alcuni testimoni nella zona che hanno spiegato di aver colto l’uomo in flagrante, evento che ha dato vita in poche ore ad una sommossa popolare contro il malcapitato.
La folla ha eseguito un vero e proprio linciaggio nei confronti dell’uomo, il tutto documentato attraverso video della scena prontamente poi condivisi sui social. Il pestaggio si è concluso con l’uomo gettato in un cassonetto dell’immondizia. Capiamo però il motivo di tanta crudeltà .
L’uomo accusato di aver abusato di un minore nel quartiere Scampia a Napoli è stato picchiato ripetutamente dalle persone accorse in strada dopo la notizia che lo stesso si era reso partecipe di un atto di abuso verso un nipote.
Il Messaggero ha raccontato che a salvare l’uomo è stato soltanto l’arrivo delle forze dell’ordine. La Polizia è infatti intervenuta sul posto sottraendo l’uomo alla furia della folla che lo aveva rinchiuso in un cassonetto. Lo hanno poi portato all’ospedale Cardarelli di Napoli in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.
La motivazione del presunto abuso di minore non sarebbe vera, spiega Fanpage solo poche ore fa. I medici dell’Ospedale Santobono dove sono stati ricoverati i tre nipotini dell’uomo, sono giunti nella struttura venerdì con evidenti ecchimosi in viso e nel corpo. Poco dopo la conferma: nessuna violenza sessuale però per loro.
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I bambini sono al momento seguiti da un assistente sociale e sono ricoverati presso l’ospedale pediatrico napoletano. In ospedale anche i genitori, di 36 e 28 anni, pestati a sangue giovedì sera da alcuni vicini per l’accusa di maltrattamenti verso i piccoli.
Lo zio ieri, avvicinandosi all’abitazione ubicata nella Vela Celeste, è stato a sua volta aggredito da circa 60 persone che lo ritenevano colpevole assieme al fratello e alla moglie del macabro gesto.
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