La pandemia ha creato nuove problematiche nei giovani costretti in dad, i dati legati all’aumento di obesità e anoressia parlano chiaro.
Lockdown e pandemia non vuol dire solo smartworking, didattica a distanza e più ore di svago per tutti. Questo blocco forzato a casa sta causando nel lungo periodo effetti devastanti a livello psicologico per milioni di persone che si trovano costrette a stare chiuse per giorni senza possibilità di evadere.
I più colpiti sicuramente anziani e giovani studenti, che hanno modificato drasticamente le loro abitudini. I dati però parlano chiaro e avvalorano quanto appena detto, siamo di fronte ad un aumento drastico dei casi di obesità e anoressia che colpiscono soprattutto i più piccoli.
Sono sempre di più quelli che si rivolgono a centri per il disturbo dei comportamenti alimentari: “Lo stress la vita sedentaria e un senso di claustrofobia legato a dover rimanere a casa hanno contributo a peggiorare la situazione. Il cibo è stato una sorta di rifugio” ha confessato Laura Dalla Ragione, direttrice del centro inserito nell’Usl Umbria 1.
Un aumento del +30% che coinvolge una fascia compresa tra gli 11 e i 17 anni. Un sintomo legato sia alla pressione dovuta al Covid ma anche ai nuovi meccanismi di cyberbullismo che si sono intensificati grazie allo smodato uso di device per svago e scuola.
Solo ad inizio mese il professor Franco Locatelli aveva espresso la sua opinione sull’attuale situazione a cui sono sottoposte le giovani generazioni costrette da più di un anno in dad. Per lui è “come essere in guerra“, cambia poco a livello mentale, soprattutto i giovani sono costretti a riadattarsi a ritmi che non appartengono loro.
L’età scolare e adolescenziale – ha spiegato Locatelli – sono particolarmente delicate: l’interruzione della didattica in presenza se può essere compensata dalla dad, induce comunque una deprivazione del tipo sociale ed emozionale le cui conseguenze non devono essere sottovalutate.
Gli effetti di questa pandemia e delle sue conseguenze ha spiegato “saranno stimabili solo attraverso un adeguato intervallo temporale” ma già sono presenti nei giovanissimi con “sintomi da ansia e sintomi legati alla depressione”.
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Termina la sua considerazione dando un quadro allarmistico della situazione:
Lo stress influisce sul comportamento e la salute mentale e anche sui meccanismi che riguardano i bisogni primari, con un regime alimentare scomposto. Tutto questo nel tempo può contribuire allo sviluppo di obesità a breve e a lungo termine. Per motivi temporali non ci sono ancora studi conclusivi.
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Per lui il ritorno sui banchi sarà la sola carta vincente per sconfiggere queste nuove problematiche di salute, il tutto accompagnato da interventi mirati di psicologi che possano aiutare i ragazzi a riprendere il ritmo a cui erano abituati prima del lockdown.