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Whatsapp, attenti a questo messaggio, è una truffa! Interviene la Polizia

Pubblicato da
Matteo Ippoliti

L’app di messaggistica istantanea più diffusa del mondo è anche la più “rischiosa” sotto il profilo delle truffe: attenti a quella del codice.

WhatsApp (Photo Illustration by Justin Sullivan/Getty Images)

“Ciao, sono Tizio. Ti ho inviato per sbaglio un codice, puoi rimandarmelo?”. Inizia così una delle truffe più pericolose che circolano su WhatsApp.

A raccontarlo è la Polizia Postale, che su Facebook lancia l’allarme: non rispondete a quel messaggio.

Il codice di cui si parla, infatti, non è certo un codice qualsiasi. Né è minimamente vero che ad inviarvelo sia stato l’autore del secolo messaggio “per sbaglio”.

In realtà, tutto è parte di una raffinata truffa che mira ovviamente ai nostri dati sensibili: ecco come funziona e come difendersi.

Prima regola: prudenza

Il codice in questione è un codice di sei cifre che viene inviato da WhatsApp stesso al momento della configurazione o riconfigurazione di un account.

Inserendo il proprio numero in una copia appena installata del servizio di messaggistica, WhatsApp cerca di capire se chi ha cambiato dispositivo sia in effetti il titolare del numero in questione.

WhatsApp su iPhone (Photo by Phil Barker/Future Publishing via Getty Images)

Per farlo, la piattaforma invia un codice di sei cifre che va rimandato al fine di confermare l’identità. E’ qui che si inserisce il truffatore.

A quanto pare, non è difficile né “copiare” questo tipo di servizio né individuare che sta ricevendo il codice. Il gioco sta nel fingersi un amico o un parente che ci contatta da un altro numero e che ci chiede il codice inviato.

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Se la vittima abbocca, il gioco è fatto. Il titolare del numero perde l’accesso alla propria utenza, che cade nelle mani del truffatore che può usarla a piacimento. Sia per sottrarre informazioni che per replicare il giochetto con tutta la rubrica del malcapitato.

Non solo: fingendosi il titolare, può estorcere con l’inganno informazioni come dati bancari, codici di carte di credito e debito e tanto altro ancora agli ignari amici e parenti della vittima.

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Come proteggersi da una truffa così subdola? Non è difficile, in realtà.

Prima regola, prudenza. Non condividere mai eventuali codici a sei cifre ricevuti da WhatsApp ed abilitare l’autenticazione a due fattori, ad oggi il sistema di controllo e sicurezza più affidabile.

Matteo Ippoliti

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Matteo Ippoliti