Il rapper ha sorpreso ancora una volta il suo pubblico social con un progetto interessante insieme al suo socio Luis con cui collabora per la realizzazione di podcast su YouTube.
Si tratta di uno degli uomini più querelati del nostro Paese e solo ieri è arrivata per lui l’ultima notifica direttamente dai vertici direttivi della Rai che lo vogliono portare in tribunale per diffamazione. Il motivo risiede nell’illecita diffusione dell’audio della telefonata con i vertici di Rai 3 e per diffamazione aggravata “della società e di una sua dipendente”.
Si mette male ancora una volta per Fedez che però non smette di condurre la sua vita e fare ciò che lo rende felice con la sua famiglia. L’ultimo evento che lo ha coinvolto è stato un interessante progetto condotto con il suo socio youtuber Luis per il loro canale Muschio Selvaggio.
I due hanno realizzato un interessante podcast in cui hanno intervistato una delle regine dell’alta moda italiana che si è confessata a cuore aperto sulla sua vita passata e lavorativa.
Più di un’ora di intervista tra Donatella Versace, Fedez e Luis Sal nel programma YouTube Muschio Selvaggio in cui si è parlato di svariati argomenti, diritti, musica, fratello Gianni, progetti futuri.
Abbiamo avuto modo di assistere ad una Donatella decisamente inedita, molto informale, anche pressata dallo spirito ironico dei due conduttori così fuori dalle righe.
La stilista, nata a Reggio Calabria, nel corso dell’intervista ha parlato di come ha iniziato la sua carriera nel difficile mondo della moda e di come abbia portato avanti l’attività ereditata dal fratello, fino alla sua cessione nel 2018 al marchio Kors.
Si è parlato molto anche di musica, moltissime le collaborazioni con artiste internazionali, a cominciare da Madonna, la prima testimonial del marchio.
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“Quando gli altri stilisti, con tutto il rispetto, avevano i deejay alle sfilate, noi avevamo Prince” ricorda con orgoglio Donatella. Poi ammette il cambio drastico avvenuto nel modo di vendere e acquistare da parte di tutti.
La moda era elitaria negli anni 90 adesso ha e deve avere un ruolo politico. La moda vive su Instagram, oggi si vende con l’e-commerce. In qualche modo si è democratizzata. Che un ragazzo vada in boutique oggi è anacronistico.