La questione inerente Aurora Leone e la sua denuncia per l’episodio di sessismo subito alla vigilia della Partita del Cuore ha dato origine ad un vero terremoto mediatico.
In tantissimi hanno dimostrato solidarietà nei confronti dell’attrice dei The Jackal. Ed il dirigente che le si è rivolto in termini e modi non appropriati ha voluto dare un segnale rassegnando le proprie dimissioni.
Lui però nega ogni addebito sostenendo di non avere mai detto nulla di offensivo ed esorta i The Jackal a dire la verità.
Resta il fatto che episodi come questo non dovrebbero mai accadere. Aurora però non ha ricevuto solo consensi unanimi. C’è infatti una voce fuori dal coro, ed è quella di Povia.
Il cantante di Milano in realtà non critica affatto Aurora quanto l’effetto che la sua vicenda ha avuto a causa del tam tam mediatico che ne è derivato. E da qui a fare un collegamento al ddl Zan tanto discusso negli ultimi mesi, Povia ci impiega poco.
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A suo dire, qualora la legge passasse, questo porterebbe alla gogna mediatica il diretto interessato di turno anche solo dopo uno starnuto.
A volte scappa la frase sbagliata. Fosse capitato a me avrei giocato, per dimostrare che uomini e donne hanno gli stessi diritti, pur appartenendo a due universi diversi
Il ddl Zan contiente tantissimi punti legittimi, ma secondo i suoi detrattori rischia di risultare troppo generico e rischia di portare alla denuncia per qualsiasi cosa che venga detta. Questo è il pensiero di Povia, in sostanza. Che in passato ha avuto da ridire con Vladimir Luxuria.
Ma la presenza di questo provvedimento si rende necessario per arginare i fin troppi episodi di aggressione sia fisica che verbale che avvengono sial sul web che fisicamente per via di differenze di genere e non solo.
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Il suo scopo è annientare l’omotransfobia, il bullismo e l’ignoranza che sta alla base anche di un certo modo di pensare per quanto riguarda l’ambito anche sociale, politico e culturale.
Ed in generale qualunque tipo di discriminazione. È una legge, come spiegato dal cantante Mahmood a Verissimo, che intende difendere chi non può farlo.