In principio fu Andy Warhol, poi da lì la digital art di strada ne ha fatta, fino ad arrivare a quello che è avvenuto oggi da Christie’s.
Spopola anche nelle case d’asta più celebri del mondo l’arte digitale. Si tratta di un modo di realizzare delle opere di una certa valenza sia estetica che simbolica basandosi esclusivamente sulla tecnologia digitale.
La cosa riguarda la fotografia digitale, la digital imaging, la realtà virtuale, l’installazione digitale, la letteratura elettronica, la computer poetry, la musica elettronica, la pixel art e tanto altro.
Se fino ad oggi abbiamo assistito alla messa in vendita al miglior offerente di grandi dipinti ed opere d’arte del passato, il nuovo trend dettato dall’arte digitale è del tutto innovativo e cambia le carte in tavola.
Per la cifra giusta potremmo portarci a casa un’opera prodotta mediante l’utilizzo delle moderne tecnologie digitali.
Tanto per fare un esempio, Christie’s a New York ha venduto all’asta cinque copie digitali di altrettante famosissime opere del celebre Andy Warhol.
Si tratta di due autoritratti dell’immortale maestro vissuto tra 1928 e 1987, più delle rappresentazioni pixellate di “Banana”, “Flower” e della nota a tutti lattina di zuppa Campbell.
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L’arte digitale è sinonimo di grandezza simbolica
Risultato? Christie’s ha ricavato 3 milioni e 377.500 dollari. E Warhol stesso è uno dei pionieri dell’arte digitale.
Questa è una nuova frontiera di fruire dell’arte. Ma non un modo nuovo di farla, dal momento che di arte digitale se ne parlava già dagli anni ’70. Oggi le tecniche che stanno alla base della stessa sono ampiamente diffuse in innumerevoli campi che poggiano sull’ambito figurativo.
Come la pubblicità, il cinema, certi modi di fare la televisione e tanto altro, non ultima anche la rappresentazione della musica elettronica.
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E non mancano mostre ed installazioni apposite che hanno come oggetto principale di esposizione delle opere in pixel, su schermo, molte volte anche dinamiche.
Questo è, per l’arte, un nuovo traguardo comparabile per importanza a quello della scoperta e del diffondersi della prospettiva nel periodo dell’Umanesimo e del Rinascimento, a partire dal 1400.