Manuela Villa, la figlia del grande cantante e attore Claudio Villa, si è raccontata a ruota libera e ha fatto una confessione molto triste, in studio si crea un silenzio anomalo.
Manuela Villa, cantante e scrittrice e figlia del grande Claudio Villa, ha fatto una sconvolgente confessione sulla sua vita. Il suo rapporto con il padre non è mai stato facile. Addirittura, inizialmente, la madre gli aveva fatto credere che suo padre fosse un’altra persona, l’allora compagno Elio. Scoprirà la verità solamente a dodici anni.
Solamente tre anni dopo, a quindici anni, Manuela Villa conosce suo padre Claudio che aveva già un’altra famiglia con una moglie e due figli. Il rapporto con il padre però non inizia nel migliore dei modi, infatti Claudio Villa si rifiuta di riconoscerla legalmente come sua figlia. A quel punto inizia una causa legale.
Nonostante ci fosse la prova del dna, la causa legale che cominciò negli anni ottanta, vide la risoluzione solamente nel 2004, quando la Cassazione diede ragione a Manuela Villa e quindi fu riconosciuta ufficialmente come la figlia di Claudio Villa che però era già morto da tempo, precisamente nel 1987.
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Manuela Villa racconta la sua triste vicenda accadutagli.
Ecco le parole di Manuela Villa in riferimento a suo padre, al programma Oggi è un altro giorno:
“Sognavo di mangiare la pizza con lui. Non c’è mai stata possibilità. La rabbia che ho provato era da ragazza, per non riuscire a prenderlo. Sono arrivata a essere obesa, dovevo compensare“.
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Manuela Villa, in seguito, ha spiegato che la mancanza di una figura genitoriale può portare a dei disturbi durante la crescita. Tra questi anche i disturbi alimentari, di cui lei ha sofferto. Per questo motivo ha deciso di scrivere un libro dal titolo L’Alimentatore in cui parla proprio di tutto questo.
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Infine, Manuela Villa ha raccontato che proprio durante il suo compleanno venne a sapere della morte del padre:
“Esplosi in un pianto, ma nessuno sapeva perché. Venne un uomo che mi diede un calice di spumante. Lo spumante più amaro della mia vita. Non volevo più emettere un respiro”.