Luci accese sul caso Denise Pipitone: arriva una svolta clamorosa sul “cold case” più assurdo d’Italia.
L’attenzione portata dalle rivelazioni, poi rivelatesi fallaci, che hanno portato la pista di Denise in Russia e poi in Sudamerica hanno avuto un merito innegabile. Il riportare l’attenzione della Procura e degli inquirenti su un caso che sembrava chiuso.
Anche se “chiuso” non è stato mai. Il destino della piccola Denise Pipitone è rimasto ignoto, e le ricerche della madre non si sono mai fermate.
Ora però spunta una nuova pista, destinata a fare scalpore e a far divampare ulteriormente le polemiche sulla gestione del caso in questi lunghissimi diciassette anni di indagini.
E’ un ex poliziotto a rivelare nuovi retroscena sul caso. La Procura di Marsala ha rivelato, nel corso della nuovo inchiesta appena riaperta, che ci sarebbero testimonianze mai ascoltate di un uomo che ha raccontato qualcosa in più sui Corona.
A dare la notizia è stata la trasmissione Quarto Grado. L’uomo è un ex ispettore di polizia giudiziaria, che interrogò Gaspare Ghaleb, fidanzato di Jessica Pulizzi, nel settembre 2004, poco dopo la sparizione di Denise.
E’ il primo di sei nuovi testimoni ascoltati sul caso, e giocò un ruolo importante perché ebbe il compito di ascoltare le intercettazioni ambientali.
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A casa ce la purtai
Questa frase, pronunciata da Jessica Pulizzi, sarebbe al centro del dibattito. Parole rivolte ad Anna Corona, sua madre, inquietanti se si pensa che l’argomento della conversazione era proprio Denise.
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Le intercettazioni erano state già ascoltate nel corso del primo dibattimento ma in Cassazione vennero ritenute incomplete, frammentarie ed incomprensibili, al punto da comportare l’assoluzione delle due donne.
L’uomo ha raccontato che in quell’occasione fu pronunciato il nome “Peppe” ed a tal proposito ha chiarito
Il Peppe dico di Anna sono io, ce poi amico di Anna non sono. Non quello del motorino, del motorino sono altri.