Raffaella Carrà, la scena cult con Benigni che ha fatto la storia

Oggi la televisione italiana perde un pezzo enorme: la morte di Raffaella Carrà lascia un vuoto enorme, e tornano alla memoria tanti momenti.

Raffaella Carrà e Roberto Benigni-Getty Images

Un po’ come quando muore un amico, la morte di Raffaella ha scosso l’opinione pubblica. L’età c’era, anche se non avanzatissima, e da un po’ aveva scelto di fare un passo indietro dalle scene.

Eppure, era sempre con il suo pubblico. Canzoni, programmi televisivi, sketch indimenticabili, come quello con Roberto Benigni a Fantastico 1991.

Raffaella era una donna veramente all’avanguardia. Un’artista che mostrava l’ombelico in un’epoca in cui la censura andava giù con la mano pesante, ed i film venivano tagliati quando i protagonisti si scambiavano un bacio.

L’esilarante monologo di Roberto Benigni

Certo, nel 1991 l’Italia non era più il Paese degli esordi della carriera della Carrà, dove un monologo come quello di cui parliamo non avrebbe mai potuto andare in onda.

Però, di sicuro, non era ancora l’Italia di oggi, dove (purtroppo) siamo abituati a qualunque scandalo, verbale e non, e ogni cosa ci rimbalza addosso.

Benigni e Raffaella a Fantastico 1991-Getty Images

Soprattutto, la Rai era ancora investita di un “ruolo” educativo e sociale, e soprattutto la prima serata veniva considerata un regno inviolabile di buon gusto ed educazione.

I presentatori spesso si giocavano una carriera per una battuta, un’allusione o una frase di troppo. Ecco perché il siparietto Benigni-Carrà è stato davvero innovativo e “fuori” dalle regole.

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Il comico toscano ha fatto irruzione durante Fantastico, un varietà di prima serata di grande successo tra anni Ottanta e Novanta. Da lì è iniziato un turbinio di battute, doppi sensi e giochi di parole a sfondo erotico, con Benigni che interrogava la Carrà chiedendole “Ma che c’avete voi donne là sotto?”

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Sembra incredibile, a pensarci oggi, che il colto divulgatore della Divina Commedia abbia avuto un successo così travolgente interpretando la maschera del Cioni, il rozzo contadino toscano.

Un pezzo di bravura che non ha perso neanche un grammo di freschezza, nonostante sia ormai datato. Un’ottima occasione per apprezzare le doti di Raffaella come “spalla” comica.

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