Ecco quale provvedimento è stato approvato verso tutti coloro che usano il Web per mostrarsi a un grande pubblico.
Ormai, è piuttosto difficile ricordare quando gli influencer non esistevano. Il Web e i social network hanno fatto sì che svariati personaggi, esperti in diversi campi, abbiano, nel corso del tempo, ricoperto un ruolo importante per il pubblico della rete.
Ora come ora, infatti, spesso e volentieri il mondo di internet si intreccia con quello dello spettacolo, e viceversa. Tant’è vero che è diventata pratica comune servirsi di ragazzi provenienti da Youtube o dai social per dei programmi televisivi.
Oppure, al contrario, noti volti del piccolo schermo e del cinema non perdono occasione per mettersi in mostra sulle più famose piattaforme anche con lo scopo di farsi ricordare dai fans. Una rivoluzione, insomma, anche per quanto riguarda il modo di fare pubblicità. Possiamo parlare, quindi, di testimonial 2.0.
Gli influencer, o almeno i più bravi, conoscono tutti i trucchi del mestiere per apparire al meglio, con scatti intriganti che gli permettono di fare incetta di cuori, like e commenti sia positivi che negativi da parte dei fans e degli haters. Quello che prima poteva essere soltanto un passatempo, al giorno d’oggi è diventato un lavoro a tutti gli effetti. Lo sanno bene, peraltro, Chiara Ferragni, Giulia De Lellis, Gianluca Vacchi, Paola Turani, e via discorrendo.
La legge che reclama trasparenza sul Web
Tuttavia, a quanto pare, sembra che le cose potrebbero cambiare per i loro colleghi norvegesi. Il 2 giugno scorso, infatti, il Parlamento ha approvato una modifica a una legge che li riguarda da vicino.
Ciò, però, non va a intaccare proprio tutti gli utenti che fanno qualcosa sul Web. In realtà, si parla principalmente di coloro che, nei vari post, introducono una qualsiasi forma di advertising.
La cosa, però, è seria. Già, perché chi non dovesse rispettare la nuova legge, potrebbe persino incappare in una multa probabilmente salata. In Norvegia, perciò, è stato deciso che dovrà essere indicata chiaramente la correzione apportata su ogni fotografia.
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Sta a significare, per l’appunto, che gli scatti alterati con fotoritocchi, filtri, o con altre diavolerie tecnologiche, dovranno essere dichiarati tramite un avviso realizzato proprio dal Ministero della Famiglia. Tale provvedimento, d’altra parte, va a tutelare i ragazzi che, come è stato riscontrato, potrebbero sentirsi meno all’altezza di fronte a delle bellezze irraggiungibili, con un conseguente abbassamento dell’autostima.