Fa ancora discutere la diretta Instagram di Fedez con alcuni esponenti politici sul Ddl Zan. Una nuova pesante critica arriva ora per lui
Il 7 luglio il famoso rapper Fedez ha condotto una diretta Instagram assieme a Pippo Civati, Marco Cappato e Alessandro Zan in merito al discusso ddl Zan, la legge sull’omotransfobia.
Come si sa, da parecchio tempo il cantante si batte perchè venga approvata e venga così tutelata la libertà di genere per tutti. Anche nei giorni scorsi il milanese si è scontrato con oppositori del disegno di legge.
La diretta è stata seguita da migliaia di utenti, tra chi l’ha supportato e chi invece gli ha consigliato di fare solo il suo mestiere. Effettivamente non tutto è filato liscio e l’ex giudice di X-Factor ha commesso qualche gaffe, che i social non gli hanno perdonato.
Ha scambiato per esempio Ivan Gasparotto, il noto deputato renziano per un giornalista. “Ma non ti sei informato prima di iniziare?” gli hanno fatto notare i suoi seguaci. Lo stesso Zan ha dovuto spiegargli a un certo punto i meccanismi parlamentari, costretto addirittura a difendere Renzi. Non solo, dopo aver bollato come imbarazzante la richiesta di confronto di quest’ultimo con la moglie, ha ricevuto proprio un messaggio in diretta di Chiara Ferragni: “Ciao Fede amore mio, che fai? Mi saluti in diretta?”.
Insomma, nobile l’intento, un po’ meno l’esecuzione. Ora a dargli contro arriva un suo collega, che con un video sul suo profilo Instagram ha voluto dire la sua.
A prendere la parola è stato Povia, cantante lanciato da Paolo Bonolis e da sempre con posizioni diametralmente opposte rispetto al rapper di Rozzano.
Il vincitore di Sanremo 2006 non le ha mandate a dire, al grido di “Vi dovete vergognare!”. Il cantautore milanese, contrario al Ddl, si è scagliato in particolar modo su un passaggio della diretta, in cui Zan parla dei bambini che già da piccoli si rendono conto di trovarsi nel corpo sbagliato.
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Povia, dopo essersi autoproclamato voce autorevole per aver scritto I Bambini Fanno Oh, ha accusato la legge Zan di voler spingere i genitori ad accompagnare i propri figli verso un cambio di sesso in un’età in cui tutto è ancora in fase di evoluzione. “Che fretta avete di colonizzare ideologicamente la testa dei bambini?”, ha concluso.