Il grande artista Renato Zero è sempre presente nel cuore dei suoi sorcini, con i quali ha un rapporto speciale come dichiarato più volte in varie occasioni.
Renato Fiacchini, vero nome di Renato Zero, è uno dei più grandi esponenti della musica italiana. Ma perchè ad inizio carriera decise di usare proprio questo pseudonimo? Il motivo ha dell’incredibile.
Come tanti aspiranti artisti, ad inizio carriera Renato comincia la gavetta esibendosi in piccoli locali, ma senza molto successo. Spesso gli spettatori presento lo insultavano dicendogli: “Sei uno zero”, da lì la decisione di usarlo come suo nome d’arte. Una scelta ironica e molto azzeccata, amata dai tanti fan che nel frattempo conquista, i cosiddetti sorcini.
Inizialmente erano soprannominati “zerofolli”, il paricolare nomignolo nacque proprio grazie al cantante mentre si trovava in Toscana, a Viareggio ad inizio anni Ottanta. Inseguito da un gruppetto di supporter, Renato esclamò: “Sembrano tanti sorci”, da quel momento si autoproclamò il Re dei Sorcini.
Precursore del glam rock nel nostro Paese, specie all’inizio della sua lunga carriera il cantattore si è distinto, oltre che per il suo timbro inconfondibile, anche per i suoi look eccentrici che hanno, pare, ispirato Tim Burton nella creazione del protagonista del suo remake Willy Wonka e La Fabbrica di Cioccolato.
Icona gay, in molti nel corso degli anni si sono chiesti quale fosse il suo orientamento sessuale. In passato Renato ha avuto due relazioni importanti, la prima con Lucy Morante, sua collaboratrice e ritenuta da lui stesso il suo “grande amore” e con Enrica Bonaccorti, la famosa conduttrice tv.
In realtà Zero parla di famiglia allargata, non riferendosi tanto al figlio adottato anni fa, ma all’esercito di ammiratori che lo seguono da decenni con grande trasporto.
In più di un’occasione ha dichiarato di non essere mai convolato a nozze in quanto “Sono sposato con loro, con il mio pubblico”. Un amore incondizionato e che dura nonostante il passare del tempo, come si capisce dalle numerose fanpage a lui dedicate.
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Come in questo caso: i suoi “sorci” hanno deciso di fargli una dedica struggente, citando il bellissimo testo di Fortuna, pezzo del 1980: “Io resterò ancora in piedi: lo giuro!”. Un augurio per rivederlo calcare quanto prima i palchi italiani.