Christian Eriksen, centrocampista dell’Inter, è tornato a Milano dopo il malore in campo avuto durante una partita ad Euro 2020.
Christian Eriksen ha fatto ritorno in Italia dopo più di un mese dal malore avuto in campo ad Euro 2020 durante la partita tra la “sua” Danimarca e la Finlandia. A seguito di quell’attacco cardiaco è stato impiantato al giocatore danese un defibrillatore.
Superato dunque quel drammatico episodio, ora per il centrocampista è il momento di sottoporsi a nuove indagini e accertamenti necessari per capire anche quale sarà il futuro della sua carriera calcistica.
Dopo di essi si potrà comprendere se sarà possibile per lui di nuovo scendere in campo e se sarà in grado di giocare ancora in Serie A. Intanto il calciatore è rientrato a Milano ed ha incontrato Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter.
Nelle prossime ore sono previste le visite mediche di rito per cercare di chiarire le cause legate all’attacco cardiaco che lo ha colpito in campo a Copenhagen durante Danimarca-Finlandia il 12 giugno scorso.
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I test a cui sarà sottoposto il giocatore saranno decisivi per comprendere se potrà togliere il defibrillatore sottocutaneo impiantatogli nell’intervento chirurgico del 17 giugno scorso. Infatti questa è una condizione necessaria per poter avere il via libera al ritorno all’attività agonistica in Serie A.
Al momento invece appare remota l’eventualità che il centrocampista possa smettere di giocare, visto che all’estero l’attività agonistica non risulta incompatibile con l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo.
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Dal punto di vista economico invece, per quel che concerne l’Inter, club di cui fa parte il centrocampista danese, si ricorda che la FIFA assicura una copertura sull’ingaggio sino a 7,5 milioni di euro lordi per quanto riguarda un’inattività dalla durata massima di 365 giorni.