Un momento veramente triste per la Capitale che ha dovuto fare i conti con una notizia alquanto amara. Terribile pensare di non rivederlo più.
In questi giorni la città di Roma piange la scomparsa di un personaggio che era certamente conosciuto da migliaia di persone. Un vero e proprio simbolo di una certa zona della Capitale, considerato il patron della trattoria Pommidoro.
Per la precisione, Aldo Bravi si è spento ieri, 20 settembre 2021, creando un vuoto nello storico quartiere di San Lorenzo dove per molti anni aveva gestito un locale davvero popolare tra i romani.
Il suddetto ristorante si trova in piazza dei Sanniti dove spesso e volentieri si poteva vedere l’oste conversare amabilmente con gli avventori o con dei passanti.
Il locale in questione era noto principalmente per servire piatti tipici della tradizione romanesca come, per esempio, gli spaghetti alla amatriciana, coda alla vaccinara, i rigatoni con la pajata.
Comunque sia, Pommidoro non era frequentato solo da gente comune, bensì anche da importanti personalità del mondo dello spettacolo. Infatti, proprio lì, tra i tanti, hanno banchettato l’attore hollywoodiano Tom Cruise, Gino Strada, Fabio Cappello.
L’oste che incontrò Pier Paolo Pasolini
Inoltre, Bravi, nel corso del tempo, aveva anche avuto l’onore di servire uno dei registi cinematografici più riconosciuti del Novecento italiano. Proprio Pier Paolo Pasolini si era seduto a un tavolo dell’osteria, in un momento tragico della sua vita.
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La sera prima di quel fatidico 2 novembre del 1975, infatti, il grande drammaturgo aveva cenato nel ristorante di Aldo Bravi insieme con l’attore Ninetto Davoli.
La notte stessa, come sappiamo, Pasolini fu vittima di un terribile omicidio di cui ancora oggi non si hanno risposte concrete sia riguardo al movente che lo ha scatenato sia soprattutto in merito ai colpevoli di tale efferatezza.
Il locale, come ricordo dell’artista, ha ancora appeso, vicino alla casa, l’assegno di 11 mila lire che lo stesso aveva pagato in quell’occasione.
Purtroppo, però, a causa delle restrizioni per l’emergenza sanitaria, Pommidoro non aveva più riaperto da quando era stato proclamato il primo lockdown.
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Così, tutti coloro che erano affezionati a lui non hanno avuto la possibilità né di rivederlo né di gustare nuovamente le prelibatezze del posto; cosa che rende ancora più difficile l’ultimo, triste saluto ad Aldo.