Denuncia importante quella fatta dalla conduttrice televisiva. Rita Dalla Chiesa, indimenticabile volto di Forum, si scaglia contro la burocrazia del Paese.
La romana d’adozione Rita Dalla Chiesa è uno dei volti della televisione più amati e apprezzati per la sua pacatezza e cortesia. Questa volta, però, sono saltati i nervi anche a lei. E ce ne vuole.
Nata nel 1947 a Casoria, è figlia del compianto generale Carlo Alberto dalla Chiesa, trucidato assieme alla seconda moglie a Palermo nel 1982, dopo essere stato nominato da poco Prefetto della città di Palermo. Una morte che ha segnato profondamente la donna, che da allora mantiene vivo il syo ricordo, nonostante in seguito abbia deciso di intraprendere la via dello spettacolo.
Una carriera iniziata in Rai, nel 1983, con Vediamoci sul Due e poi proseguita con la trasmissione per ragazzi Pane e Marmellata, dove ha conosciuto colui che sarebbe diventato il suo secondo marito, Fabrizio Frizzi.
Un grande amore il loro, terminato con una separazione nel 2002, ma mai terminato del tutto, trasformato in una amicizia profonda durata fino alla morte del conduttore nel 2018.
Animalista convinta e molto sensibile alle cause civili più spinose, in questa occasione Rita non è riuscita a stare zitta, denunciando una decisione molto dicutibile sui suoi canali social.
Rita Dalla Chiesa è indignata e non le manda a dire
Lo ha fatto pubblicando un articolo di La Repubblica sul profilo Instagram, condividendo il suo pensiero con i tanti fan che la seguono con attenzione ogni giorno.
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“Un’eccellenza italiana è stata stoppata dalla burocrazia del Comune” scrive la conduttrice in preda alla rabbia e alla delusione, invitando i follower a ingrandire e leggere il pezzo in oggetto per poter capire meglio la situazione incresciosa.
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“@ostellobello a #Palermo non l’hanno voluto. Si sono persi cultura, turismo e tanti posti di lavoro. Sicuramente i Palermitani sapranno chi ringraziare…” ha quindi spiegato, basita dalla decisione del comune di bloccare le autorizzazioni per la sede del centro giovanile.