La splendida musa di Quentin Tarantino si pronuncia sulla discussa legge recentemente approvata e fa una dolorosa confessione. Uma Thurman spiazza tutti i fan.
Anticonformista e dall’intelligenza vivacissima, l’artista americana è tra le attrici più conosciute ed apprezzate degli ultimi anni. Una carriera, quella di Uma Thurman, iniziata da giovanissima, quando ad appena 15 anni decide di lasciare la scuola per cominciare a lavorare nello spettacolo.
Tra i primi lavori si ricorda l’indimenticabile pellicola Le Relazioni Pericolose, anche se ha regalarle la prima notorietà è il film dello stesso anno Le Avventure del barone di Munchausen, dove interpreta niente meno che Venere.
Fondamentale è l’incontro con il geniale regista Quentin Tarantino, che la vuole a tutti i costi nel ruolo di Mia Wallace nel suo capolavoro Pulp Fiction. E’ un trionfo, e per la sua interpretazione riceve due nomination all’Oscar e ai Golden Globes. L’uomo, affascinato dal suo talento e dalla personalità particolare, la eleggerà a sua musa, volendola nuovamente come protagonista del film Kill Bill, nel ruolo de La Sposa.
Proveniente da una famiglia dell’alta borghesia, figlia di una psicoterapeuta e di un esperto di buddismo, ha sempre avuto un rapporto aperto e comunicativo con loro, come dimostra la testimonianza recentemente data.
Uma Thurman si scaglia contro la controversa legge: le parole sono scioccanti
Uma ha parlato della sua toccante esperienza in occasione di una intervista rilasciata al Washington Post, dove si è schierata palesemente a sfavore della nuova legge in Texas.
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“Non avevamo mai parlato di sesso prima e fu terribile per tutti e tre. Mi chiesero dello stato della mia relazione…” ha detto, raccontando il momento in cui ha confessato ai genitori di essere rimasta incinta a 15 anni.
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“Come famiglia decidemmo di interrompere la gravidanza. La legge del Texas è il primo passo verso una crisi dei diritti umani per le donne americane” ha quindi concluso, disapprovando la decisione dello stato americano di autorizzare l’aborto solo fino al sesto mese, anche in caso di violenza sessuale o incesto.