La conduttrice di Storie Italiane racconta il grande dolore che l’ha segnata profondamente. E’ un’Eleonora Daniele inedita quella che si confessa come mai prima d’ora.
La conosciamo tutti per essere una conduttrice dal piglio sicuro e la risposta pronta, eppure anche Eleonora Daniele ha un lato nascosto di sè che tiene nascosto. Un grande dolore che porta sulle spalle da anni e che ancora oggi non è riuscita a superare.
Nata a Padova nel 1976, diventa nota in seguito alla sua partecipazione alla seconda edizione del Grande Fratello, nel 2001. Da allora, lei che fino a quel momento aveva lavorato come bancaria, si getta a capofitto nel mondo dello spettacolo, muovendo i primi passi con piccoli ruoli in fiction tv. Ben presto, però, decide di abbandonare la recitazione per dedicarsi invece alla conduzione.
Il trampolino di lancio è per lei l’edizione 2008/2009 di Unomattina con Michele Cucuzza. Un banco di prova che supera agilmente e che la porta poi a condurre Linea Verde e quindi Storie Italiane dal 2013. Un programma che ormai è legato alla sua figura a filo doppio. Difficile immaginare la trasmissione dedicata alla cronaca nera e all’attualità senza il suo stile inimitabile.
Alcuni giorni fa è stata ospite del talk show del celebre collega (la Daniele è giornalista professionista dal 2016) e si è confidata a 360° come raramente le capita.
Eleonora Daniele: “Mi sveglio pensando a lui…”
Durante una recente puntata di S’è fatta notte, il talk show in seconda serata di Rai 1 condotto da Maurizio Costanzo, la Daniele ha parlato dell’evento che l’ha colpita nel profondo.
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“Il ricordo è continuo, è un pensiero fisso. Io mi sveglio pensando a lui e vado a dormire pensando a lui” ha raccontato con commozione la Daniele. “Non ho superato la sua morte, non credo che lo farò mai” ha quindi aggiunto con dolore.
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Eleonora ha poi continuato spiegando il perchè della scelta di raccontare la morte del fratello autistico Luigi, 44 anni, scomparso nel 2015, nel suo prossimo libro in uscita il 9 novembre. “Ho pensato mi avrebbe aiutato, un po’ è stato così anche grazie alla mia famiglia”.