L’Italia si trova ad alto rischio blackout a Natale. La crisi energetica va oltre gli aumenti delle bollette. Tutti bisogna impegnarsi per evitare il disastro
Da inizio Ottobre scattano gli aumenti sulle bollette di luce e gas. L’aumento delle bollette riguarderà il 30% dell’energia elettrica e il 14,4% per il gas, la comunicazione è stata data da l’Arera, l’Autorithy che regola l’energia, l’acqua e rifiuti.
Il futuro prossimo sarà molto difficile per le famiglie che dovranno pagare circa 350 euro in più all’anno per la fornitura di elettricità e gas. Questo succede a causa delle difficoltà sempre più serie per quanto riguarda l’approvvigionamento delle materie prime sul mercato estero.
L’Italia rischia il blackout nei mesi invernali
All’inizio di quest’anno il continente europeo ha rischiato un blackout mai successo nella storia. Un calo di tensione sulla rete elettrica in Romania avrebbe potuto avere ripercussioni drammatiche sul vecchio continente.
Il pericolo è stato sventato grazie all’azione di Francia e Italia che hanno spento acciaierie, cementifici, attività che si possono interrompere in caso di emergenza. Nel 2003, a settembre l’Italia si svegliò priva di energia elettrica, si dice, a causa della caduta di un albero in Svizzera.
Potrebbe accadere nuovamente e stavolta non a causa di incidenti imprevedibili come quello accaduto quasi 20 anni fa. Un nuovo blackout in Italia potrebbe essere indotto per l’alta domanda di energia e dal crollo della stessa.
Se il blocco delle attività non essenziali durante la Pandemia aumentava la possibilità di interruzioni nella fornitura di gas ed energia elettrica, poiché molte centrali idroelettriche erano chiuse, oggi il rischio blackout è dovuto all’uso troppo massiccio delle risorse naturali.
Secondo gli analisti i fattori che mettono l’Italia a rischio per un blackout natalizio sono il rigido inverno passato che ha consumato le scorte di energia e la difficoltà crescente nel reperire le materie prime sulle mercato internazionale.
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“L’unica soluzione è quella proposta da Jeff Currie di Goldman Sachs: si tratta della cosiddetta “distruzione della domanda” di energia, ovvero di un importante calo dei consumi da parte di industria e cittadini”, ha spiegato Francesco Guerrero a Open.