La frase detta dal celebre drammaturgo napoletano ben rappresenta la filosofia di vita tenuta durante la sua luminosa carriera. Eduardo De Filippo condensò in poche parole il suo essere.
E’considerato uno degli autori teatrali italiani più importanti del Novecento, e non potrebbe essere altrimenti. Eduardo De Filippo, napoletano doc, classe 1900, ha scritto alcuni dei capolavori letterari della storia del nostro Paese.
Annusa l’aria del palcoscenico fin da giovanissimo, figlio del famoso attore teatrale Eduardo Scarpetta, proprietario anche di una compagnia col suo nome e fratello dell’attrice Titina.
Ad appena 14 anni entra nella compagnia del fratellastro Vincenzo, iniziando una carriera destinata a diventare sorprendente. Tra le sue opere più note, Natale in Casa Cupiello del 1931, portata in scena il 25 Dicembre e andata avanti con le repliche fino a maggio inoltrato del 1932. Impossibile poi dimenticare altre straordinarie opere quali Filumena Marturano e Il Sindaco del Rione Sanità.
Dal carattere forte e intenso, per tutta la vita ha avuto un rapporto travagliato con l’altro fratello Peppino, attore come lui, con il quale fino alla morte sopraggiunta nel 1980 non è riuscito ad avere un vero e proprio dialogo, arrivando al punto da litigarci anche davanti al feretro della sorella Titina, alla quale entrambi erano molto legati.
Un uomo straordinario, che ha segnato decisamente il mondo della cultura del Belpaese e al quale dobbiamo tutti molto, che ha lasciato una sorta di eredità filosofica proprio durante gli ultimi anni di vita.
Le parole, toccanti, Eduardo le pronuncia a ridosso di una grande onorificenza che il governo italiano decide di fargli e ben rapresentano il fulcro di tutto il suo immenso lavoro.
“Io sarò al Senato quello che sono stato sia nella vita, sia nelle commedie” dice De Filippo, nell’accettare il massimo riconoscimento che la Repubblica vuole offrirgli.
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“È per quello che ho scritto che mi lusingo abbiano voluto compensarmi con la nomina a senatore. Quindi lo sapevano e lo sanno che io sono per il popolo” conclude quindi l’attore, lieto di venire eletto Senatore a vita nel 1981 per la Sinistra Indipendente.