La celebre diva italiana in questi giorni ha dovuto fare i conti con una situazione non facile che non ha per niente gradito.
Gina Lollobrigida, insieme a poche altre colleghe, è considerata un’icona delle pellicole anni Cinquanta e Sessanta. Ma non solo in Italia, anche all’estero ebbe un grande successo, soprattutto nei pressi di Hollywood.
Durante la sua brillante carriera, quindi, ha anche avuto l’onore di essere guidata da registi di grande prestigio come, per esempio, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, René Clair, e molti altri.
A tal proposito, la Lollo, come è sempre stata affettuosamente soprannominata, ha azzeccato tanti film, ma accontentiamoci di citarne alcuni cioè Pane, amore e fantasia, che tra l’altro le valse il Nastro d’argento come migliore attrice protagonista, Fanfan La Tulipe, La romana, Venere imperiale.
Comunque sia, in seguito, dopo il periodo d’oro, iniziò anche parallelamente a lavorare come fotoreporter ed ebbe l’occasione persino di intervistare l’ex presidente cubano Fidel Castro. Insomma, un percorso artistico davvero più unico che raro che ha portato lustro anche al Bel Paese.
In questi giorni, però, la 94 enne è stata protagonista di una decisione presa nei suoi confronti dalla Cassazione. I medici che l’hanno in cura, infatti, pare che abbiano dichiarato uno stato di non completa lucidità che potrebbe non permetterle di tenere al sicuro il suo vasto patrimonio economico.
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Il figlio Andrea Milko Skofic, che si è dimostrato d’accordo con questa scelta, aveva per l’appunto già richiesto un tutore per l’attrice.
La situazione non è grave, ma i periti hanno considerato che, per evitare qualche forma di suggestione, la Bersagliera fosse tutelata in questo senso.
Tuttavia, sembra proprio che sia lei stessa a non gradire la suddetta definizione e, a questo proposito, ha affermato di essere “amareggiata ma non rassegnata”. Secondo l’attrice, infatti, è un responso piuttosto umiliante.
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Comunque sia, Skofic, con il quale non c’è mai stato un rapporto idilliaco, avrebbe chiesto persino la tutela per la gestione ordinaria, ma, in questo caso, i giudici non l’hanno considerato necessario, poiché si sono sincerati che la donna riesce a gestire nel migliore dei modi la vita quotidiana, a differenza, quindi, dei beni.