La trasmissione del National Geographic si occupa della disavventura del volo British Airways. Indagini ad alta quota esamina la tragedia sfiorata del volo Uk.
Un vero e proprio miracolo quanto successo più di 30 anni fa. Indagini ad alta quota prende in esame la vicenda incredibile del volo British Airways 5390.
Sono le 07.20 del 10 giugno 1990 quando il volo della compagnia di bandiera britannica parte da Birmingham con destinazione Malaga. A bordo ci sono 87 persone, 81 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio.
Il decollo procede come da manuale, effettuato dal co-pilota Alastair Atchison che poi cede il comando al capitano Tim Lancaster. Mentre gli steward forniscono la colazione ai passeggeri, il comandante si slaccia la cintura per poter prendere il proprio vassoio ed è allora che accade l’inimmaginabile.
L’aereo si trova in quel momento a 5.200 metri da terra, quando si sente un’esplosione e il parabrezza di sinistra, quello di Lancaster, si stacca, risucchiando all’esterno l’uomo.
Il pilota si trova con tutto il busto all’esterno del mezzo, schiacciato contro il il muso dell’aereo dalla forza dell’aria, i piedi all’interno del cockpit, bloccati dal pannello dei comandi.
Nel frattempo, a causa dell’ esplosione la porta della cabina si è staccata, finendo contro la console radio e la manetta, spingendo i motori alla massima velocità.
L’assistente di volo Nigel Odgen, accortosi del trambusto, entra allora in cabina e, fissatosi con la cintura di sicurezza del comandante, lo trattiene per le gambe con le mani.
Lancaster, nel frattempo, sta iniziando a perdere conoscenza per via dell’aria rarefatta, scosso e congelato dall’aria a 800 km all’ora. Il co-pilota Atchison comincia la discesa d’emergenza, ma a causa del finestrino rotto, non riesce a sentire le indicazioni della torre di controllo. Lo steward, che continua con fatica a trattenere l’uomo, inizia ad avere lui stesso un principio di congelamento. Il capitano, inesorabilmente, continua centimetro dopo centimetro a scivolare fuori.
Finalmente, i controllori di volo diedero il via libera all’atterraggio a Southampton, dove il volo atterra alle 7.55, potendo infine soccorrere il malcapitato e il coraggioso steward e far evacuare i passeggeri.
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A scatenare l’incidente, un errore di manutenzione avvenuto appena 27 ore prima: per fissare i vetri del cockpit, infatti, vennero utilizzati dei bulloni troppo piccoli rispetto a quelli adeguati. Il comandante, continuò in seguito il suo servizio presso la British Airways e in seguito passò ad Easyjet. Nigel Odgen, invece, lasciò il lavoro a causa dello stress, lavorando in seguito presso un ospedale dell’Esercito della Salvezza.