Indagini ad alta quota: cede la paratia del volo “Japan”. Sciagura impressionante

La trasmissione documentaristica si occupa della tragedia del volo nipponico. Indagini ad alta quota esamina la terribile sciagura del volo di linea giapponese.

Japan Air Lines (Facebook)
Un’immagine tratta dalla scatola nera del volo Japan Airlines 123 (Facebook)

Il programma del National Geographic questa volta racconta la tremenda disgrazia del volo Japan Airlines 123, il disastro aereo con il maggior numero di vittime della storia.  Indagini ad alta quota ripercorre la vicenda punto per punto.

Sono le 18.12 del 12 agosto del 1985 quando il Boeing 747 della compagnia nipponica decolla dall’aeroporto di Tokyo con destinazione Osaka. A bordo ci sono 524 occupanti, 15 membri dell’equipaggio e 509 passeggeri, questi ultimi impazienti di raggiungere casa per la festività dell’Obon.

Verso le 18.24, appena dodici minuti dopo la partenza, improvvisamente la paratia posteriore dell’aeromobile si squarcia, causandone la decompressione il distacco dello stabilizzatore, oltre al danneggiamento dell’impianto idraulico. L’esplosione causa inoltre il crollo dei soffitti dei bagni in coda, costringendo gli assistenti di volo a supportare i viaggiatori con le maschere per l’ossigeno.

Il volo è ormai ingovernabile e passa dai 13.500 piedi a solo 7000 nel giro di pochi minuti. I piloti, Masami Takahama e Yutaka Sasaki, cercano di controllarlo con il solo utilizzo dei motori, riuscendo a riportarlo temporaneamente a 13.000 piedi, azionando anche il carrello di atterraggio e i flaps.

Indagini ad alta quota: il triste destino del Japan si compie

Gli uomini a questo punto, mentre sorvolano la penisola di Uzu, tentano una manovra disperata, virando verso l’Oceano Pacifico, ma il mezzo andò improvvisamente in picchiata, finendo sulle montagne. Dal momento del decollo sono passati soltanto 32 minuti.

Negli ultimi istanti, una delle ali colpisce il costone di una montagna, facendo sbattere l’areo contro una seconda vetta, facendolo capovolgere e schiantarsi contro il monte Takamagahara, a 1565 metri di altezza. E’ una catastrofe. Nell’impatto muoiono tutti i membri dell’equipaggio e 505 passeggeri. Solo 4 riescono a sopravvivere.

Ad arrivare pochi minuti dopo sul luogo della disgrazia sono gli elicotteri dell’esercito. A causa del buio e del luogo impervio, però, non scorgono nessun sopravvissuto, decidendo di iniziare i soccorsi il giorno dopo. Come si saprà in seguito, molti dei passeggeri in quel momento erano ancora vivi, ma morirono in seguito alle gravissime ferite riportate e all’assenza di aiuto immediato.

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A causare l’incidente, una cattiva manutenzione da parte del personale della compagnia aerea che, appena due mesi prima, aveva sostituito malamente la semicalotta inferiore della paratia stagna di coda. In seguito alla tragedia, la Boeing modificò il sistema idraulico e prese provvedimenti circa la manutenzione delle sue paratie.

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