Non c’è pace per la Lazio: dopo le polemiche sul caso tamponi, in casa biancocelesti scoppia un’altra bomba. Stavolta il caso è legato a fatti accaduti allo stadio ritenuti molto gravi…
Sul campo la Lazio sta vivendo un ottimo momento di forma: alla vittoria nel derby con la Roma ha fatto eco, nell’ultimo turno di campionato, il trionfo contro i campioni in carica dell’Inter.
Con i nerazzurri la squadra di Sarri ha dato prova di compattezza e bel gioco, ma i risultati purtroppo non bastano a garantire serenità all’ambiente biancoceleste.
Infatti, mentre le polemiche per il caso-tamponi sono ancora fumanti, la squadra capitolina deve fare i conti con un’altra emergenza, stavolta legata a fatti avvenuti allo stadio Olimpico che vedono protagonista il falconiere Juan Bernabé, addestratore dell’aquila Olimpia, la mascotte della squadra.
Il falconiere iberico, in forza alla Lazio dal lontano 2010 come addestratore dell’aquila Olimpia, è stato immortalato in un video che lo riprende intento ad intonare cori razzisti e canti fascisti all’indirizzo della tribuna Tevere.
I fatti, giudicati immediatamente gravi ed inammissibili, hanno portato all’immediato allontanamento dell’uomo dalla squadra, ed alla rescissione dei rapporti lavorativi vigenti.
Una decisione inevitabile, sopraggiunta a seguito delle polemiche montate dopo la diffusione sul web del video. Le immagini hanno suscitato unanime sdegno, e non si è fatta attendere la voce di Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane:
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Via i fascisti e gli odiatori dal mondo del calcio. Un odio che, dal campo, si propaga in ogni piazza.
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Juan Bernabé già dalla prossima partita casalinga dei laziali non farà più volare Olimpia: resta però lo sgomento per i comportamenti assurdamente razzisti che ancora oggi albergano nel mondo dello sport.