Bere dalle lattine di alluminio fa male? La scienza ci fornisce tutte le risposte
Un recente studio condotto dal Journal of Alzheimer’s Diseases sostiene che bere dalle lattine di alluminio o consumare cibi che ne sono stati a contatto avrebbe pericolosi risvolti.
Sicuramente un punto interrogativo per molti che hanno avuto delle riserve sull’utilizzo del materiale. Sembrerebbe, infatti, che l’alluminio possa essere dannoso (nel lungo termine) per il nostro cervello. Una risposta definitiva è arrivata dai ricercatori che ne hanno indagato gli effetti e i rischi.
Gli studiosi che hanno condotto la ricerca hanno indagato la relazione tra l’alluminio e le malattie del cervello, in particolare fra tutte l’Alzheimer.
Quali sono gli effetti dell’alluminio sul nostro cervello?
L’aspetto che ha destato maggiore preoccupazione sta nel fatto che, senza farci caso, potremmo ingerire piccole particelle di alluminio quando beviamo da una lattina oppure quando mangiamo.
Queste, infatti, nel lungo termine potrebbero creare dei seri problemi alla nostra funzione cognitiva. Gli studiosi hanno evidenziato che l’alluminio era presente nelle medesime aree del cervello dove ci sono i grovigli di proteine che compaiono nello stadio iniziale dell’Alzheimer.
Addirittura, parrebbe che lo stesso l’alluminio potrebbe essere una delle possibili cause alla spinta della formazione di questi grovigli e delle placche che di solito precedono la diagnosi dell’Alzheimer. Ancora in fase embrionale, questa scoperta dovrà poi essere rafforzata da ricerche successive.
Studi precedenti ne avevano già confermato gli effetti negativi sul corpo umano, sostenendo che l’alluminio all’interno dei prodotti che usiamo giornalmente possa essere legato anche alle malattie neurodegenerative e ad alcune forme di demenza.
Come spesso accade, le aziende coinvolte hanno sempre negato il possibile collegamento con i prodotti di uso quotidiano.
Gli studi non sono riusciti a confermare un ruolo dell’alluminio nel causare l’Alzheimer […] pochi credono che le fonti quotidiane di alluminio rappresentino una minaccia – quanto afferma la Alzheimer’s Association.
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Proviamo a fornirvi qualche dato. Nel 2011, a seguito dello studio del Journal of Alzheimer’s Disease è emerso che dei 34 studi che hanno implicato 1.208 partecipanti e 613 casi di Alzheimer, i pazienti di AD avevano livelli significativamente superiori di alluminio nel cervello, nel siero e nel CSF.