Momento di grande commozione per il Blasco che ricorda la figura fondamentale della sua vita. Vasco Rossi celebra il padre con un post social struggente.
Nato a Zocca nel 1952, Vasco Rossi è figlio unico di Giovanni Carlo, detto Carlino e Novella. Il nome, molto particolare, gli viene dato dal padre in onore di un compagno di prigionia in Germania durante il secondo conflitto mondiale.
La sua giovinezza è tranquilla e vive molto amato da entrambi i genitori che cercano di crescerlo al meglio delle loro possibilità. L’artista ha raccontato in più occasioni di aver vissuto un paio di anni a Siniscola al seguito del padre, che di mestiere faceva il camionista.
E’ la madre che lo avvicina alla musica, iscrivendolo alla scuola di canto del maestro Bononcini, dove mostra la sua grande attitudine, al punto che qualche anno dopo, tredicenne, vince il concorso canoro l’Usignolo d’Oro.Passano pochi mesi e l’adolescente entra a far parte del suo primo gruppo musicale, I Killer, di cui fa parte anche Marco Gherardi, destinato a diventare uno degli storici collaboratori del Blasco.
Nel 1967 i genitori lo iscrivono dai Salesiani, per potergli dar modo di conseguire il diploma di scuola media superiore, ma l’esperienza si rivela un disastro e segna profondamente l’artista, che scappa due volte dal collegio e lo porta a costruire un rapporto complicato con le figure ecclesiastiche.
E’ proprio il padre che decide quindi di iscriverlo all’Istituto Tecnico Commerciale di Bologna, desideroso di vederlo fare un lavoro “al coperto” per evitargli la fatica e le intemperie da lui subite nel suo lavoro di autotrasportatore.
Proprio al padre Vasco ha dedicato oggi, nel giorno dedicato ai morti, uno struggente post sul suo profilo ufficiale Instagram, per quell’uomo che ha sempre creduto in lui e che ha patito enormi sofferenze ad appena vent’anni, prigioniero dei lager nazisti.
Carlino morì improvvisamente nel 1979, ad appena 56 anni per un malore e nel 2020, in seguito alla richiesta della moglie e del figlio, gli è stata riconosciuta l’onorificenza postuma della Medaglia d’Onore. Giovanni Carlo fu infatti tra i 650.000 soldati italiani che dopo l’armistizio del 1943 dissero no al nazismo e pagarono con la deportazione in Germania.
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“Al mio papà oggi direi “grazie, grazie di tutto” … E poi gli direi “stai tranquillo” anche se è sempre stato tranquillo nei miei confronti… mi è sempre stato vicino e ha sempre avuto fiducia in me” le parole commosse del rocker.