Il 1994 è stato un anno fondamentale per il fuoriclasse della Ferrari, ma è coinciso anche con una grande tragedia. Il mito di Michael Schumacher rivive oggi tra le polemiche.
E’ considerato uno dei più grandi piloti automobilistici di tutti i tempi e anche se da anni non compare più in pubblico a causa del disastroso incidente di Meribel, Michael Schumacher continua a far parlare di sè gli appassionati di F1.
Recentemente il colosso streaming Netflix ha lanciato un documentario proprio sulla vita del campione, incentrato più sull’uomo fuori dalla pista che non del fuoriclasse delle monoposto. Un personaggio che ha spesso fatto discutere, ai tempi, per un carattere sicuramente poco accomodante e simpatico, freddo e da molti ritenuto calcolatore.
Una freddezza, la sua, che si scioglieva solo in prossimità dell’adorata moglie Corinna, sposata nel 1995, dopo averla “scippata” al collega Heinz-Harald Frentzen. I due assieme diventano genitori di Gina Maria e Mick, oggi pilota come il padre.
La sua carriera esplode proprio nel 1994, quando vince il suo primo mondiale con la Benetton di Flavio Briatore, un anno che però è foriero anche di gravi lutti nell’ambiente dei circuiti.
Il documentario streaming ne parla approfonditamente, in particolar modo soffermandosi su quel maledetto Gran Premio di San Marino del 1° maggio, funestato da alcuni degli incidenti più disastrosi del settore.
La pellicola del colosso dell’intrattenimento, benchè molto apprezzata dagli appassionati di automobilismo, ha scatenato molte polemiche, gettando un’ombra sulla vittoria finale del pilota tedesco.
Nel film, infatti, viene raccontato con dovizia di particolari quel famigerato 1° maggio di quasi 30 anni fa, quando in seguito alla morte in pista di Ayrton Senna, che fino ad allora gli era davanti in classifica, Schumacher riuscì non solo a conquistare il Gran Premio di San Marino, ma anche il mondiale. In molti hanno trovato poco opportuno mostrare le immagini del corpo immobile del povero campione brasiliano.
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Tanti hanno ritenuto poco sensibile nei confronti dei tanti telespettatori che ancora ricordano quei terribili attimi in seguito all’impatto della monoposto contro il muretto della pista. Uno schianto costato la vita ad uno dei simboli della F1, rimpianto ancora oggi.
