Il celebre cantautore romano non ci sta ed esplode contro la recente decisione. Renato Zero è un fiume in piena che travolge con la sua indignazione.
E’ da sempre in prima linea sulle questioni che riguardano i diritti umani e anche in questa occasione, il celebre artista capitolino non ha fatto eccezione. Renato Zero ha pubblicato un post infuocato, scagliandosi contro la decisione clamorosa avvenuta pochi giorni fa.
Del resto, chi meglio di lui, icona del trasformismo e dell’eclettismo poteva farlo? Nato nel 1950 a Roma, Renato Fiacchini, vero nome del cantante, esplode nella scena musicale verso la metà degli anni Settanta. Il suo arrivo sconvolge non poco la morale dell’epoca, spiazzata da quel giovane magrolino, con una cascata di capelli scuri, vestito di piume e lustrini.
A inventare e cucire i suoi abiti di scena ci pensa proprio lui, antesignano del glam rock in Italia che oggi vede tra i suoi esponenti principali i Maneskin. I giovani impazziscono per il ritmo e i testi provocatori dei suoi pezzi e iniziano a seguirlo ovunque vada: sono i famigerati “sorcini”, dei quali lui è Re orgoglioso.
Oggi, che di anni ne sono passati più di 40, l’interprete de Il Triangolo si batte con la stessa veemenza contro l’ipocrisia e il finto perbenismo dilagante e non è potuto rimanere zitto di fronte ad una sconfitta dei diritti umani.
Qualche giorno fa il cantante ha pubblicato un post sul suo profilo ufficiale di Instagram, che ha ottenuto infinite visualizzazioni e grande plauso da parte dei suoi irriducibili fan e non solo.
Renato ha scelto di postare un pezzo tratto dal suo singolo Vergognatevi Voi del 2000, accompagnato da frasi molto dure: “Il parlamento italiano è uno stato a parte? Una istituzione che sostiene leggi nel proprio esclusivo interesse? Non impedite che la civiltà si affermi in questo Paese!”.
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“La diversità è la prova vivente dell’esistenza di libertà e democrazia! Il resto sono solo chiacchiere!!!” ha quindi aggiunto, schierandosi, come tanti altri colleghi, apertamente contro l’affossamento del Ddl Zan.
