Sono passati cinque lustri ma la morte di Nada Cella rimane un mistero nero e profondissimo, dove sembra impossibile poter fare luce: eppure potrebbe essere arrivato il punto di svolta…
Nada Cella era la 25enne segretaria di uno studio commercialista a Chiavari, cittadina ligure di qualche migliaio di abitanti. Una vita ordinaria, tranquilla, in un luogo che più lontano non si può dall’idea di violenza e morte.
Eppure, come in un film o in un romanzo, arriva l’orrore a squassare le esistenze placide di Nada e della sua famiglia. E’ la mattina del 6 Maggio 1996 quando Nada viene brutalmente assassinata sul suo posto di lavoro, al centro di Chiavari, con una decina di colpi sferrati con un corpo contundente con una tale violenza da sfondarle il cranio.
Niente arma del delitto, né segni di scasso, né ferite da difesa: un giallo sconvolgente, se si pensa anche al luogo ed all’orario.
Tra le 8 e le 9 del mattino di un giorno feriale in una piccola cittadina una persona coperta di sangue (il luogo del delitto era letteralmente sommerso) non dovrebbe certo passare inosservata!
Le indagini si concentrarono immediatamente sul datore di lavoro di Nada, il commercialista Marco Soracco, ma non portarono a nulla. Soracco appariva come un uomo irreprensibile, seppure estremamente distaccato, ed i rapporti tra lui e la segretaria erano sereni ma non confidenziali.
Ciononostante, le indagini non hanno portato alla verità e si sono arenate in un vicolo cieco. Almeno fino ad ora, poiché sembra che ci sia una svolta nell’iter investigativo.
Gli inquirenti, dopo aver ricevuto le riflessioni della criminologa Antonella Pesce Delfino, hanno incaricato il genetista Emanuele Giardina di rianalizzare gli oggetti rinvenuti sul luogo del delitto, tra i quali un bottone di modello militare che non apparteneva a Nada, per valutare la posizione di Annalucia Cecere.
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La Cecere, ex maestra d’asilo, entrò ed uscì rapidamente dalle indagini all’epoca dei fatti. Eppure la sua posizione merita di essere valutata con più attenzione, poiché sia un mendicante che una persona vicina alla famiglia Soracco riferirono al tempo di aver visto uscire dal palazzo dell’omicidio una donna che le assomigliava molto.
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Non solo: a casa sua sono stati rinvenuti cinque bottoni militari del tipo di quello ritrovato sulla scena del delitto.
Il movente potrebbe essere quello sentimentale: la Cecere si era invaghita di Soracco, incontrato ad un corso di ballo, ed avrebbe desiderato prendere il posto di lavoro occupato da Nada per starle accanto.