Nuova inchiesta sulla morte di Marco Pantani, ciclista scomparso il 14 febbraio del 2004 nella stanza di un residence: aperto fascicolo contro ignoti.
Si torna a parlare della morte di Marco Pantani. Il ciclista fu trovato morto all’interno della stanza di un residence il 24 febbraio del 2014. Ora, a distanza di quasi 18 anni, è stata aperta una nuova indagine sulla vicenda del decesso del campione.
Stando a quel che ha riferito Fiorenzo Alessi, avvocato della famiglia dello sportivo, a Rai News, è stato aperto un fascicolo contro ignoti. Due anni fa l’invio alla Procura di Rimini di un’informativa sul caso da parte della commissione parlamentare antimafia.
Secondo Fabio Miradossa, che nel 2005 aveva patteggiato una pena per spaccio confessando di aver ceduto 20 grammi di cocaina a Pantani, il ciclista non è stato ucciso. Questo ha affermato alla commissione parlamentare.
Nel corso dell’audizione, in parte secretata, ha dichiarato.
L’ho conosciuto cinque o sei mesi prima che morisse, e di certo non mi è sembrata una persona che si voleva uccidere. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio, ha sempre detto che non si era dopato.
Nel 1999 la Procura considerò “credibile” la pista secondo cui delle persone collegate con la Camorra fossero coinvolte nel caso del sangue prelevato al ciclista tramite la sostituzione del campione con uno contaminato al fine di portare alla squalifica dello sportivo e manipolare le scommesse sportive clandestine.
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Tonina Pantani, madre del campione, sarebbe stata ascoltata dagli inquirenti per circa due ore. Questa è la terza indagine sulla morte dello sportivo. La seconda, archiviata nel 2016, aveva escluso la pista dell’omicidio.
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Adesso gli inquirenti potrebbero seguire proprio l’ipotesi del delitto. Intanto il legale della famiglia del ciclista, Fiorenzo Alessi, ha sottolineato.
Siamo in una fase di riserbo massimo.