A pochi mesi dalla sua prematura scomparsa, emergono nuovi dettagli.
Sono trascorsi cinque mesi dalla morte di Michele Merlo, giovane musicista ventottenne, noto anche per la sua partecipazione alla sedicesima edizione del talent condotto da Maria De Filippi, Amici. L’artista era stato ricoverato d’urgenza nella notte tra il 3 e il 4 Giugno.
Secondo le notizie riportate, il ragazzo è deceduto in conseguenza ad una leucemia fulminante che gli ha provocato un’emorragia celebrale. Ma nel corso di questi mesi sono state condotte diverse analisi che hanno portato alla perizia rilasciata dai medici che stanno collaborando all’inchiesta.
Dalle indagini, infatti emerge che l’artista ha iniziato a mostrare alcuni segnali circa un mese prima della sua morte. Si era allarmato per la presenza sul suo corpo di alcuni lividi comparsi su spalla, braccio e il più esteso sulla gamba. Preoccupato, ha inviato una mail al proprio medico, allegando anche foto. Mail alla quale un assistente ha risposto invitando il paziente a contattare la segreteria e a non allegare immagini.
In seguito a quell’episodio il cantante si è recato al pronto soccorso e dopo un’attesa di tre ore in codice bianco decide di andarsene e di riprovare con il suo medico, andando direttamente in studio. Sull’incontro in dottore ha dichiarato:
“Per la diagnosi mi basai su quel che disse lui stesso, mi raccontò di aver preso alcune botte facendo un trasloco. Si stava curando con antinfiammatori e una pomata e gli raccomandai di tornare da me entro 3-5 giorni, ma non l’ho più rivisto. Mi sono fidato delle sue parole, francamente credo di aver fatto bene il mio lavoro ma non passa giorno che non pensi a lui…”.
Purtroppo la diagnosi è arrivata tardivamente. Sul drammatico epilogo, il padre del cantante ha affermato:
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“Non cerco vendetta, ma risposte. È evidente che nessuno ha capito i sintomi, ora vorrei sapere se ci sono dei responsabili… Il dramma di mio figlio dimostra che l’intero settore della Sanità può mostrare delle falle…Un ematoma di quelle dimensioni non te lo fai urtando un mobile durante un trasloco, come minimo dovresti essere stato investito da un’auto. Sia chiaro, quello è uno dei migliori medici di base che abbiamo. Ma anche i migliori, se sono oberati di lavoro, rischiano di non avere il tempo e la lucidità per individuare il percorso migliore”.
Ha concluso confidando che non esclude che il figlio passa aver contattato nei giorni che precedono il suo decesso, uno specialista, al quale chiede di farsi vivo spontaneamente.
