Il caso della bambina sparita da Mazaro del Vallo è ancora un vero e proprio enigma, nonostante siano passati anni. Ecco che cosa cambia.
Denise Pipitone, lo sappiamo bene, è la bambina che sparì misteriosamente agli inizi del Duemila, mentre era non lontano dalla casa della propria nonna. Il fatto è accaduto a Mazara del Vallo, località piuttosto grande in provincia di Trapani.
In seguito, quindi, le ricerche e le supposizioni da parte degli agenti sono state numerose, spesso seguendo anche delle piste che infine si sono rivelate sbagliate e un vicolo cieco che non portava da nessuna parte.
La speranza della madre Piera Maggio, però, nonostante le indagini ancora infruttuose, non si è mai attenuata e ha sempre dimostrato una ferma determinazione per fare tutto il possibile per ritrovarla.
La sua storia peraltro ha commosso la maggior parte degli italiani, diventando uno dei casi di cronaca certamente più conosciuti e incomprensibili degli ultimi anni.
Circa un paio di mesi fa, tra l’altro, è stata riproposta anche un’altra vecchia ipotesi che in effetti poteva apparire plausibile.
L’ex pm Angione era convinta dell’idea che Denise, quel fatidico giorno, fosse stata posta al di sopra di una barca che si dirigeva verso la Tunisia.
Lo ha affermato durante l’ospitata a Quarto grado, trasmissione di approfondimento in onda su Rete quattro. Naturalmente, i più attenti ricordano che già al principio dell’inchiesta era stata considerata piuttosto valida questa possibilità.
L’importante decisione del Parlamento
Un giallo prolungato per ben già diciassette anni e che ancora però fatica a trovare una soluzione. Intanto, in questo periodo la Procura di Marsala si è pronunciata per l’archiviazione di due nominativi.
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Si sta parlando, per l’appunto, di Anna Corona e Giuseppe Della Chiave, entrambi considerati coinvolti nella gravosa faccenda.
Per il momento, però, c’è un’altra novità importante. Il caso di Denise Pipitone, infatti, tra breve prenderà posto persino in Parlamento.
Attualmente, quindi, secondo quanto è stato riportato, ha preso il via l’iter per la realizzazione di una Commissione parlamentare di inchiesta.
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Una decisione che vede d’accordo deputati di differenti colori politici come, per esempio, Carmelo Miceli e Alessia Morani, esponenti di Partito Democratico.