La grande cantante cremonese è rimasta famosa anche per il suo grande trasformismo. Mina ha incantato tutti nel corso degli anni con look particolari.
E’ tra le voci più importanti e riconoscibili della musica italiana, artista poliedrica e dal timbro inconfondibile. Parliamo naturalmente di Mina, la cosiddetta “Tigre di Cremona”.
Nata nel 1940, si approccia giovanissima al canto, salendo sul palco della Bussola a Marina di Pietrasanta a causa di una scommessa con gli amici, mostrando immediatamente il suo grande talento.
Negli anni Sessanta esplode grazie a pezzi come Le mille bolle blu, Una zebra a pois e Tintarella di luna. Sono gli anni in cui subisce anche una sorta di processo mediatico a causa della sua relazione con l’attore Corrado Pani, sposato, dal quale ha un figlio, Massimiliano. La Rai arriva al punto di bandirla dalle sue trasmissioni e solo nel 1964 torna in onda grazie a Mike Bongiorno e la sua la Fiera dei sogni.
Per tutti Settanta si conferma artista amatissima dal pubblico a casa, grazie alle trasmissioni di enorme successo Studio Uno e Sabato Sera. Pubblica Se Telefonando e Sono come tu mi vuoi, altri pezzi destinati a diventare degli evergreen.
Nel 1978 decide di averne abbastanza e dà l’addio alle scene, esibendosi per l’ultima volta al Bussoladomani in Versilia. Da allora ha scelto di vivere lontana dai riflettori, trasferendosi in Svizzera, a Lugano.
Mina e la sua incredibile capacità di reinventarsi ogni volta
Un addio che arriva ad appena 38 anni e lascia senza fiato i tanti fan dell’artista, che rimangono “orfani” della sua presenza istrionica sul palco, caratterizzata da look sempre diversi e particolari.
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Mina, però, non è sparita del tutto e continua a sfornare album per la gioia degli appassionati, pur non comparendo in pubblico. Le copertine dei suoi dischi la rappresentano appieno, spesso eccentriche e giocate sul suo iconico look.
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Un trasformismo, il suo, che ha spesso indossato a guisa di “coperta di Linus”, un modo per proteggersi una volta per tutte dagli occhi indiscreti della stampa e dei curiosi che tanto l’avevano fatta soffrire negli anni Sessanta. Un ricordo per lei, evidentemente, indimenticabile.