La festività che non tutti conoscono ma che riserva molte curiosità interessanti sul perché è intitolata proprio a Santo Stefano
La festività di Santo Stefano cade nel giorno 26 dicembre per la Chiesa Cattolica e per alcune chiese protestanti, mentre per quella Ortodossa il giorno successivo, 27 dicembre. Quest’anno cade di domenica e anche se in molti lo conoscono come il “giorno successivo al Natale”, questa festività nasconde una storia.
Santo Stefano è festeggiato in molte zone europee: Austria, Città del Vaticano, Croazia, Danimarca, Germania, Irlanda, Italia, Romania, San Marino e Svizzera italiana, tutti luoghi che rientrano nelle tre tipologie di chiesa elencate.
Ma chi era Santo Stefano? Fu il primo promartire, ovvero il primo cristiano nella storia a perdere la vita per aver testimoniato ciò in cui credeva, ovvero la fede in Gesù Cristo.
Chi era Santo Stefano, come è morto e perché si festeggia
La storia di Santo Stefano inizia nel 5 d.C. e finisce nel 34 d.C. quando avvenne il suo martirio per mano di Saulo di Tarso, divenuto poi San Paolo, in seguito alla redenzione.
E’ stato il primo dei sette diaconi scelti, da coloro che formavano la comunità cristiana, per aiutare gli Apostoli nel Mistero della Fede. Proprio per mano degli Apostoli, più precisamente nei loro Atti, viene descritto il suo martirio avvenuto per lapidazione.
“Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra e disse: ‘Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio’. Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: ‘Signore Gesù, accogli il mio spirito’. Poi piegò le ginocchia e gridò forte: ‘Signore, non imputar loro questo peccato’. Detto questo, morì”.
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Nel nostro paese non è sempre stata vista come una festività, infatti è stata tramutata in “giorno festivo” solo nel 1947 per poter prolungare la festa di Natale avendo due giorni di seguito da passare in famiglia, e non per volere della Chiesa.