Il noto giornalista romano parla del collega di La7 e non risparmia le sue impressioni. Maurizio Costanzo ha fornito il suo parere sull’operato del conduttore tv.
Dall’alto della sua esperienza il famoso giornalista parla del conduttore di Non è l’Arena e non lascia spazio a dubbi su cosa pensi del suo lavoro. Maurizio Costanzo come al solito si dimostra schietto e senza peli sulla lingua.
Del resto, la sua esperienza è lunga e fortunata, iniziata appena 18enne nella redazione di Paese Sera e poi proseguita in quella di Tv Sorrisi e Canzoni e Grazia, di cui diventa ben presto caporedattore.
A seguire tante collaborazioni prestigiose e importanti, come la stesura del testo di Se Telefonando per Mina, e la creazione dei primi talk show italiani come Bontà Loro, Acquario e ancora la direzione de La Domenica del Corriere.
A dargli imperitura fama, il Maurizio Costanzo Show, in onda dal 1982 e suo riscatto anche personale dopo lo scandalo della Loggia P2, che lo aveva portato ad allontanarsi dalla tv per un anno.
Dal palco del Teatro Parioli sono passate tutte le personalità più in vista del Paese, e il giornalista ha contribuito a scoprire numerosi personaggi, oggi volti notissimi di cinema e piccolo schermo.
Maurizio Costanzo dice la sua dalle pagine di Nuovo
Oggi, a 83 anni, Costanzo è più attivo che mai, e oltre a portare avanti il suo talk show omonimo, ha anche una rubrica sul settimanale Nuovo. E’ qui che ha risposto ad un lettore e detto ciò che pensa di Massimo Giletti.
“Apprezzo l’impegno giornalistico e il coraggio di Massimo Giletti, collega che stimo per il modo diretto in cui affronta il suo lavoro” le prime parole di Maurizio, che con il conduttore ha in comune l’interesse per l’attualità e la cronaca.
Leggi anche –> Anna Falchi, sapete che lavoro faceva prima di arrivare al successo? Da non credere
Leggi anche –> Uomini e donne, Gemma Galgani è distrutta dal dolore: “Volati via tanti ricordi”
“Massimo Giletti fa bene a tenere alta l’attenzione sulla mafia a Non è l’Arena” ha poi concluso, memore della sua esperienza con Cosa Nostra, che nel 1993 tentò di metterlo fuori gioco con un attentato e che dal 2020 costringe Giletti a vivere sotto scorta.