“E’ stato un omicidio”: Marco Pantani, quella svolta nella vicenda che riapre tutto

Sono passati ormai 17 anni dalla tragica scomparsa di Marco Pantani, ma i dubbi e le indiscrezioni su di lui non accennano a diminuire. Oggi arriva una clamorosa svolta.

Marco Pantani (Facebook)
Marco Pantani (Facebook)

Una morte, quella della leggendaria maglia rosa, ancora avvolta nel mistero. Ufficialmente deceduto per un’overdose di cocaina e tranquillanti, nel corso di questi anni ci si è interrogati a lungo sulla veridicità dei fatti.

Marco Pantani, considerato universalmente uno degli scalatori più forti di tutti i tempi, ha perso la vita nel 2004, in un residence di Rimini, una perdita enorme per tutti gli appassionati di ciclismo e non solo.

Romagnolo di Cesena, nato nel 1970, ricevette in regalo la sua prima bici dal nonno, capendo subito di esserci portato. La sua prima vittoria nella disciplina risale al 1984, appena 14enne. Nel 1992 passa al professionismo, dando subito prova del grande talento che sarebbe diventato leggendario.

Sei anni più tardi, al culmine della sua notorietà e destrezza, entra tra i pochi eletti ad essersi aggiudicato la famigerata doppietta “Giro-Tour”, trionfando sia al Giro d’Italia che al Tour de France.

Poi, per lui, inizia il declino, colpito dall’ematocrito troppo alto nel 1999, che gli costa l’esclusione dalla manifestazione sportiva italica. Una vicenda che lo segna profondamente, al punto che cade in una profonda depressione.

Marco Pantani: la dichiarazione scioccante del pusher

La sera di San Valentino, il 14 febbraio 2004, il campione viene trovato morto da degli inservienti del residence “Le Rose”. Una notizia che sciocca l’Italia intera, sconcertata e afflitta per una scomparsa tanto prematura.

 

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“Il Pirata” non c’è più, e sulla sua morte ci sono interrogativi che ancora oggi aleggiano inquietanti. In molti sono convinti che la causa del decesso non sia stata un’overdose e che qualcun altro sia responsabile.

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Poche settimane fa, su richiesta della famiglia, il caso di Pantani è stato riaperto, e ora a parlare è il pusher Fabio Miradossa: “Non mi sembrava una persona che volesse morire, Marco è stato ucciso”. Una vicenda dai risvolti oscuri e su cui si cerca ancora chiarezza.

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