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Veronica Gentili, il durissimo attacco via Twitter ai piani alti: “Iniziavamo a preoccuparci”

Pubblicato da
Lucia Testa

Audacia firmato Veronica Gentili, batte il pugno di ferro contro lo spettacolo ridicolo che ha coinvolto tutta la penisola e il suo…tesoretto.

Veronica Gentili nel suo studio su Rete4 instagram

Giorni e giorni, chiacchiere su chiacchiere e alla fine il povero nonno, che voleva finire i suoi giorni nell’ozio assoluto, ha dovuto ricomporsi in giacca e cravatta. Raggiunto dai due presidenti del Parlamento, Mattarella ha dovuto sottostare all’egoismo della votazione finale.

La giornalista Veronica Gentili, stanca della non serietà dei nomi sui fogli, venerdi ha esordito con un twitter che metteva in evidenza la chiara propensione dei vari capipartito a rifare il nome dell’egregio Presidente ancora in carica per loro comodità.

Non sono servite le tante occasioni in cui Mattarella ha ribadito che voleva ritirarsi a fine mandato. Era un rito abituale ormai per lui perchè, conoscendo la durezza di testa delle Camere a Roma, sospettava il suo nome di nuovo scritto sui fogli.

Il duro sarcasmo di Veronica Gentili

E così è stato e non certo serviva la palla di vetro per accorgersene visto che l’Italia, che abbonda di politici, non ne aveva uno per metterlo al Quirinale. Una tiritera di nomi fatti giusto per farli e per buttare cenere negli occhi degli italiani.

La bravissima presentatrice di Controcorrente ha voluto dire la sua con il twitter dove ha sottolineato che i franco tiratori non sono stati affatto una sorpresa nelle elezioni presidenziali. Forse il Centro Destra sperava ancora di candidare il leader di Forza Italia facendo scorrere il numero di voti a cui potevano arrivare per una vittoria certa.

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Sta di fatto che un gruppo di furbetti ha voluto garantire all’eletto prescelto dal partito, la loro piena contrarietà alla sua candidatura. Sottoscrivendo nomi appositi o di tutt’altro campo, hanno sviato per finta o per vero, chi doveva garantirsi la fascia di Capo dello Stato per i prossimi 7 anni. Disaccordi in un polo di appartenenza ci sta, ma l’unione deve vigere nel momento in cui si fa una scelta. Se non è per solidarietà del rappresentante su cui si è puntato, almeno ci sia incontro di rispetto per il partito di cui si fa parte.
Lucia Testa

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Lucia Testa