Quando è ritenuto necessario, a seconda della situazione socio-economica, vengono effettuati dei cambiamenti del sistema pensionistico.
Il sistema pensionistico italiano, che, come si sa bene, ha carattere di ripartizione, garantisce una rendita a tutti quei soggetti che non possono più lavorare per svariate ragioni.
Una tipologia certamente diffusa per la stragrande maggioranza degli italiani è quella cosiddetta di vecchiaia. Naturalmente, quindi, ogni cittadino dovrà effettuare il calcolo della propria pensione, tenendo conto dell’anzianità contributiva.
Così, è facile pensare che l’ammontare sarà necessariamente più alto a secondo della quantità di anni che si è prestato servizio e, di conseguenza, che si sono versati i contributi idonei. Naturalmente, però, il suddetto sistema, quando è necessario, può essere oggetti di cambiamenti.
Ricordiamo, ormai dieci anni fa, la riforma Fornero che aveva suscitato varie polemiche per quel sacrificio imposto che la stessa non era nemmeno riuscita a pronunciare e che le aveva provocato persino delle lacrime.
Alcune variazioni per il 2023
Comunque sia, più di recente, anzi proprio in questo periodo, pare che sia in ballo un altro cambiamento che non farà la gioia di tutti coloro che si apprestano a prendere la pensione. In particolare, riportando alcune informazioni prese da fonti ufficiali, ci dovrebbero essere prossimamente dei conguagli.
Per la precisione, questo provvedimento sembra sia stato causato da una situazione di inflazione che è aumentata di due punti rispetto in precedenza, arrivando a una percentuale dell’1,9.
Questo sta a significare che i pensionati riceveranno un importo inferiore rispetto ai mesi passati. Inoltre, c’è chi ha ritenuto possibile che dal prossimo anno si potrà andare in pensione compiuti i 62 anni, quella, quindi, già proposta da quota 100.
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Anche se, in realtà, sembra molto probabile che questa possibilità potrebbe persino essere accompagnata da una penalizzazione che porta in maniera inevitabile a rivedere quello che sarà l’assegno definitivo. Insomma, da quello che è stato riportato, al momento non si può ancora parlare di qualcosa di definitivo. Per forza di cose, perciò, bisognerà aspettare la Riforma.