Una donna è morta dopo essere rimasta su una barella per 10 ore in attesa di una Tac: purtroppo inutili il trasferimento in un’altra struttura e l’operazione d’urgenza.
È rimasta su una barella per 10 ore dal pronto soccorso dell’ospedale Vannini in attesa di una Tac, nonostante lamentasse forti dolori allo stomaco. Solo dopo tutte queste ore Rossana Alessandroni è stata sottoposta ad una Tac che ha evidenziato una dissezione dell’altra ascendente.
A quel punto è stata trasferita d’urgenza al Policlinico di Tor Vergata, dove i medici hanno provato a salvarle la vita, ma purtroppo era troppo tardi. La donna è morta in sala operatoria.
Un audit clinico è stato disposto dalla Direzione regionale Salute al fine di accertare “tutti i passaggi assistenziali che hanno riguardato la signora Rossana Alessandroni“.
Lo scorso 2 febbraio la 67enne ha accusato un forte dolore allo stomaco. Alle 13 circa ha chiamato il 118 ed è stata trasferita in ambulanza all’ospedale Vannini. Qui, secondo quanto raccontato dai familiari, la 67enne è rimasta per 10 ore al pronto soccorso su una barella. Le sono stati somministrati degli antidolorifici restando però in preda a forti dolori in attesa di una Tac.
Soltanto alle 23 le è stato eseguito l’esame. Appena giunto l’esito della Tac, la 67enne viene trasferita a Tor Vergata, dove è stata operata d’urgenza. Allora però era troppo tardi. Nonostante i medici abbiano fatto di tutto per salvarla, la 67enne è morta.
Rossana morta dopo 10 ore su una barella, le parole della nipote della donna
La nipote della 67enne, Irene Corda, 40 anni, ha dichiarato a Repubblica.
Al Vannini l’hanno tenuta dieci ore su una lettiga in pronto soccorso in attesa di farle una Tac. Mentre lei si contorceva dai dolori. Se fossero intervenuti subito forse mia zia sarebbe ancora viva.
LEGGI ANCHE —> Minorenne, pronta l’operazione della vita: la terribile proposta dei genitori
La 40enne ha proseguito.
Mia zia è morta sul tavolo operatorio, hanno fatto di tutto, ci hanno spiegato che quando hanno aperto l’addome hanno trovato l’emorragia in stato così avanzato che non c’era più nulla da fare.
LEGGI ANCHE —> Tragedia sul lavoro, pestato a sangue e ucciso dai fratelli: la ricostruzione del triste accaduto
La nipote ha quindi affermato.
Adesso denunceremo l’ospedale Vannini vogliamo che la magistratura faccia chiarezza e ci aiuti a capire se, come pensiamo, poteva essere salvata.