Novità sul caso Denise Pipitone, questa volta a parlare è l’ex pm Maria Angioni.
A 18 anni da quel tragico evento che segnò un dramma per la famiglia di Denise Pipitone, ci sono ancora parecchie incongruenze sul quale l’ex pm Maria Angioni, non più operativa sul caso, cerca di far luce. L’ex pm, che si è occupata della scomparsa di Denise Pipitone durante il primo periodo dell’evento, è ancora sotto processo a Marsala dopo aver ricevuto delle accuse per false testimonianze.
Nel frattempo però sono parecchi i testimoni che si sono rivolti alla Angioni per rilasciare delle dichiarazioni in merito al caso della piccola Denise. Ed è proprio per questo che l’ex pm ha deciso di rilasciare una dichiarazione in riferimento a tutte quelle persone, invitandole a denunciare determinate informazioni a chi di dovere.
Nuovi colpi di scena e dichiarazioni sul caso di Denise Pipitone
“Alla persona che mi ha parlato di un grande edificio verde, un magazzino, vicino al mare, a Mazara del Vallo, che potrebbe avere avuto a che fare con la scomparsa di Denise Pipitone, ho detto: ‘vada alla stazione dei carabinieri o al commissariato di polizia di riferimento e dica quello che ha raccontato a me’ […] a tutti quelli che mi riferiscono qualcosa io dico sempre: prendetevi le vostre responsabilità e andate dalle forze dell’ordine competenti. Poi, saranno loro a valutare se si tratta di elementi meritevoli di approfondimento, oppure no“.
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Allo stesso tempo la Angioni tenta di fare mente locale, affermando “Su questo edificio verde, di cui non avevo alcun ricordo, ho fatto un post per capire se quello che mi è stato detto ha un minimo di riferimento o è completamente inventato. Soprattutto nei miei vecchi appunti e ricordi, ma anche negli atti del processo che ho letto quando sono stata autorizzata, ci sono tante cose”.
“Molte potrebbero essere completamente inutili, ma quando si inizia a fare un ragionamento nuovo può capitare che alcuni elementi che prima nessuno aveva mai preso veramente in considerazione, esattamente i tabulati di tutti quelli che erano lì, consentano di mettere a fuoco un quadro complessivo dal quale potrebbero emergere altri spunti investigativi“.
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Ed infine conclude la sua dichiarazione sostenendo che “dai tabulati emergono delle stranezze. È mancato un lavoro di polizia giudiziaria, e non del pm, che poi valuta. Le indagini sono nate dirottate verso determinate persone. Io adesso spero che qualcuno colga l’esca e vada a guardare i tabulati“.