Elisabetta Canalis, chiacchiere infuocate intorno ad un contratto che pare di un’esagerazione inaudita: tutto per una regione.
E’ stata proprio Elisabetta Canalis la fautrice della bellezza sarda in tutto il mondo. Un’avvenenza mediterranea con un corpo da favola. I suoi balletti, sul bancone di Striscia la Notizia le ha dato, da subito, tanta notorietà.
La Canalis si è dichiarata sempre entusiasta della sua terra d’origine e si dispiaceva solo di parlare meglio l’inglese che il sardo, un dialetto davvero difficilissimo. La Sardegna è una delle isole più belle al mondo con la sua Costa Smeralda.
Da poco la splendida showgirl, che abita stabilmente in California con il marito Brian Perri e la bambina Skyler Eva, ha firmato un contratto che la lega quale rappresentante di una regione litoranea del Nord-Ovest.
Brutto affare per la sarda Elisabetta Canalis
In occasione della settimana sanremese è d’uopo, per la regione ligure, fare molta pubblicità al posto prendendo come testimonial, un personaggio famoso. Stavolta la scelta è caduta sulla bellissima Elisabetta per un compenso di circa 100mila euro.
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Il presidente della Liguria Giovanni Toti si è mostrato orgoglioso ed euforico dello spot realizzato facendo ammenda del costo totale per realizzarlo e del cachet offerto all’ex velina per ritrovarsi come madrina di una regione che, a detta di molti, non le appartiene.
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L’onorevole Toti ha esordito ammettendo che si aspettava una tale contraddizione sottolineata dagli spettatori. Ma la pubblicità vuole solo far comprendere che la regione è di tutti e tutti possono sentirla come il luogo dove sono nati o cresciuti. Far recitare lo spot da uno del luogo sarebbe emerso come accattivante, egoistico e autarchico. Intanto Elisabetta si trova a Los Angeles e proprio dagli studi televisivi del luogo ha parlato della pubblicità che ha girato chiamando la Liguria “mia”. Il polverone ormai si è alzato ma la Canalis non ha risposto neanche ad una illazione sul conto dello spot con annessa cifra da capogiro. In fin dei conti chi risiede all’estero si sente italiano qualsiasi posto della penisola si nomini.