Imprenditoria in lutto per la scomparsa di uno dei suoi pionieri. L’uomo è morto dopo aver fatto la storia dell’industria italiana grazie alla sua caparbietà e tenacia.
Si è spento serenamente circondato da tutti i suoi cari, ma la scomparsa del centenario ha lasciato un fondo di enorme tristezza nel cuore dell’imprenditoria del nostro Paese.
Nato nel 1920 in Emilia Romagna, l’industriale è nato in una famiglia umile, di contadini, ultimo di cinque figli, ed è solo grazie alla sua costanza e tenacia che è riuscito a laurearsi in Farmacia all’università.
Nel 1948 fonda la sua prima azienda, lavorando in uno spazio di tre locali e con un solo dipendente, la Biochimici AL.F.A. Quella sua piccola società sarebbe diventata meno di dieci anni dopo la Alfa Farmaceutici, la stessa compagnia che nel 1978 avrebbe lanciato il Vessel contro le trombosi e il Normix.
Di mente acuta e brillante, avrebbe sviluppato nel corso dei primi anni nuove tecnologie, poi, con l’ingresso dei figli Stefano e Andrea, negli anni Ottanta, avrebbe allargato la compagnia anche internazionalmente acquisendo prima la Wassermann e la Schiapparelli, rinominandosi Alfa Wassermann. Quindi, appena 7 anni fa, diventando Alfasigma, con l’acquisto della Sigma-Tau.
Marino Golinelli, scomparso il 19 febbraio a 101 anni, non era solo un capace imprenditore, ma anche un entusiasta filantropo, membro del FAI e dell’ARPAI e nell’advisory board della Peggy Guggenheim Collection di Venezia.
Nel 1988, inoltre, aveva dato vita a Bologna alla Fondazione Golinelli, dedicata ad aiutare la crescita professionale e la capacità imprenditoriale dei giovani. Aveva a tal scopo creato nel 2015 l’Opificio Golinelli, una piccola cittadella di 9.000 mq dedicata ai giovani dai 18 mesi ai 35 anni, investendo decine di milioni di Euro.
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Marino lascia la moglie Paola. Ora sarà compito del figlio Stefano, a cui aveva affidato la leadership del colosso farmaceutico, a dover portare avanti la splendida eredità del padre tanto operoso e amato. Un compito non certo facile e ricco di responsabilità.