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Guerra in Ucraina, l’ex premier vara l’ipotesi di una soluzione estrema: “Possibile ritorno a…”

Pubblicato da
Chiara Longo

Nelle ultime ore, mentre l’assedio tra i due Stati continua, è stato affermato qualcosa che era difficile da prevedere. Lo ha dichiarato proprio lui.

Aereo abbattuto
Aereo abbattuto nel distretto di Obukhov (Instagram)

Il conflitto che si è scatenato solo pochi giorni fa tra la Russia e l’Ucraina non dà segni di alcuna marcia indietro. Anzi, sembra proprio che le truppe sovietiche stiano procedendo senza nessuna esitazione.

Lo confermano le ultime notizie riportate dalle maggior testate giornalistiche che raccontano anche di migliaia di sfollati dalle proprie abitazioni, molti dei quali si sono diretti persino all’estero, accolti in centri di accoglienza nei Paesi confinanti.

Anche se, per la verità, tramite ogni mezzo di trasporto reperibile, altri profughi sono arrivati addirittura in Germania e potrebbero anche pensare di fermarsi in Italia. Il Veneto, per esempio, è già pronto a pensare a dei rifugi per tutti coloro che sono scappati dalla pericolosa situazione odierna.

Intanto, fino a poche ore fa, la capitale ucraina Kiev è stata attaccata con l’ausilio di raid militari e con un proseguimento di quasi tutta la giornata. Così, nell’immediato, Josep Borrell, rappresentante della Ue, in una conferenza telematica, ha parlato di aiuti per i soldati ucraini e una, quindi, inequivocabile manforte per il Paese sotto assedio.

Ciò che potrebbe succedere a breve

In seguito, anche due importanti ex presidenti hanno espresso la proprio decisa opinione riguardo agli ultimi turbolenti avvenimenti. Donald Trump, per esempio, ha ricordato di essere stato l’unico governatore di questo ventunesimo secolo a non aver dovuto affrontare l’attacco di un Paese da parte dell’Unione Sovietica.

Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza (Instagram)

Ha inoltre voluto riconoscere il coraggio di Volodymyr Zelensky che, come ricordiamo, è in prima linea per difendere la popolazione. Invece, Dmitry Medvedev, ex premier e attualmente vicepresidente del Consiglio di sicurezza nazionale, oltre a parlare del desiderio di instaurare nuovamente la pena di morte, ha anche preso una possibile ferma decisione.

Medvedev, infatti, non ha escluso la possibilità di un imminente chiusura delle ambasciate. Per la precisione, queste ultime sono delle strutture che si trovano in luoghi stranieri e che si occupano di portare avanti delle relazioni diplomatiche.

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A seguito delle sanzioni verso Mosca, quindi, il suddetto precedente presidente ha anche lanciato una frecciatina all’Europa, affermando, attraverso un profilo social, che questa azione costerà davvero cara agli europei, dato il conseguente aumento alle stelle del gas.

Chiara Longo

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Chiara Longo