Camino, avete mai pensato di usare altro al posto della classica legna? Tutte le alternative possibili. I particolari nel resto del post.
La magia del periodo invernale è dettata anche dal camino acceso. Per chi ha possibilità di averne uno in casa converrà con me che è una fonte di calore – non solo fisico – ma anche in senso metaforico. La sensazione di raccoglimento tutto intorno ti scalda effettivamente il cuore.
Molto probabilmente quello che alcuni di voi non sanno è che il camino ha bisogno di tantissima manutenzione, specialmente quando si tratta di strutture più moderne. La pulizia, il controllo da parte dello spazzacamini – queste solo alcune degli aspetti da ricordare.
Insomma, sono davvero tanto gli accorgimenti da tenere in mente per far sì che duri il più possibile e che assolva in pieno alle sue funzioni. In più, nel camino non va buttato di tutto come fosse un tritarifiuti. Scopriamolo insieme e non diamo nulla per scontato!
Camino, ecco cosa possiamo bruciare e cosa no oltre alla legna
Come dicevamo poco fa il nostro camino non va inteso come una piccola discarica, dove bruciare tutto ciò che ci pare a piacimento. Tanti rifiuti contengono al loro interno molte sostanze che sono nocive non solo per l’ambiente circostante, ma anche e soprattutto per noi che siamo in casa a respirarle.
Quindi, cosa possiamo bruciare nel camino? In primis, ovviamente, la legna a pezzi. Si consiglia l’utilizzo di quella secca e trovata in natura. Consigliati anche piccoli resti di segheria, rami di qualsiasi genere e fogliame. Solo per l’accensione iniziale è possibile servirsi esclusivamente di carta.
Ma passiamo a cosa non dover buttare. Sembrerà paradossale, ma è vietato bruciare il cartone e tutto ciò che contiene sostanze sintetiche al suo interno come ad esempio il tetrapak. I fumi che ne derivano solo realmente tossici.
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E ancora, assolutamente vietato dare al fuoco tutto ciò che deriva da scarti di falegnameria, perché al loro interno è possibile trovare residui di colla. La lista continua con gli imballaggi di legno (e tutto ciò che ne deriva) sempre per il solito discorso di poter incappare in agenti chimici che si propagano nell’aria.