Massimo Troisi, dopo anni svelato un retroscena sulla sua vita: “Il mio unico desiderio”

I fan di Massimo Troisi riportano alla luce un retroscena sulla sua vita e sulla sua carriera, l’attore e regista spiegava così una sua scelta

Massimo Troisi, dopo anni svelato un retroscena sulla sua vita: "Il mio unico desiderio"
Massimo Troisi (foto: @massimotroisi_official Instagram)

E’ venuto a mancare decisamente troppo presto, all’età di appena 41 anni, nel 1994, per una grave malattia al cuore. A quasi trent’anni di distanza dalla sua morte, però, non è stato dimenticato dai suoi fan e probabilmente non lo sarà mai. Massimo Troisi ha dato un grande contributo come artista al mondo dello spettacolo italiano e viene ancora oggi ricordato con grande affetto.

Nato come cabarettista, Troisi diventò attore e regista tra i più rappresentativi negli anni Settanta, Ottanta e Novanta. La sua mimica facciale irresistibile è stata uno dei suoi marchi di fabbrica, il suo stile pacato e trasognato riusciva ad andare in profondità e a raccontare con leggerezza e autoironia tematiche anche importanti, che raccontavano i profondi cambiamenti della società e dell’animo umano, alle prese con una modernità sempre crescente.

Uno stile che ha reso immortale attraverso le sue pellicole più riuscite, come ‘Ricomincio da tre’, ‘Scusate il ritardo’, ‘Pensavo fosse amore invece era un calesse’. E che ancora oggi rivive attraverso il ricordo dei fan.

Massimo Troisi, icona intramontabile della cultura e della comicità napoletana e non solo: ecco qual era il suo scopo

Su Instagram, c’è una delle sue fan page più seguite, che annovera oltre 112mila followers. Un dato sintomatico di quanto il contributo dell’attore al panorama artistico e al costume italiano e non solo sia stato considerevole e apprezzato.

Troisi, più di tutto, era uno strenuo difensore della sua Napoli. Una difesa che portava avanti con fierezza in ogni occasione pubblica, con una scelta ben precisa dettata da questo scopo e che viene raccontata in questa citazione a lui attribuita:

L’uso del Napoletano era un fatto ideologico era una difesa, era il desiderio di non accettare le regole, per non tradire la mia cultura, le mie origini.

Più volte, infatti, a Troisi avevano chiesto come mai si esprimesse in dialetto. Facendogli notare che forse avrebbe potuto raggiungere ancora un maggiore successo di pubblico se se ne fosse affrancato. Ma non gli interessava.

LEGGI ANCHE –> Ilaria D’Amico smaschera Buffon e stronca il sogno di coppia: “Pensa solo a…”

LEGGI ANCHE –> Miguel Bosé esce allo scoperto e ammette: “Quella volta ho avuto molta paura…”

Un modo di essere e di fare che ha portato avanti con pacatezza, ma con ferrea determinazione, fino all’ultimo giorno.

Gestione cookie